Facciamo finta che abbiate più di 35 anni, siate nati negli Usa e vi abbiate vissuto per almeno 14 anni consecutivi. Ecco, avete le carte in regola per candidarvi alla presidenza degli Stati Uniti. Ma quanto costa tutto l’ambaradan della campagna elettorale?
Secondo le stime di Good, fatte insieme a Pivot, il passo iniziale costa pochissimo. Bastano 15mila dollari, centesimo più, centesimo meno. Per aprirsi un sito, girare negli Usa (Stato per Stato), assoldare una squadra di volontari (tanto non li pagherete nulla, altrimenti che volontari sono?) e compilare tutte le scartoffie necessarie per la burocrazia. Dopodiché, altro che Trump e Clinton: la strada per la Casa Bianca si stende, comoda e leggera davanti a voi.
Certo, 15mila dollari sono sufficienti per partecipare. Ma si sa che le elezioni presidenziali sono un gioco in cui conta soprattutto vincere. E allora, per vincere, quanto ci vuole? Be’, molto (ma molto) di più. Sempre secondo Good e Pivot, che lo descrivono in un video abbastanza convincente, serviranno almeno 985 milioni di dollari. Li avete?
Ecco: il punto della denuncia è tutto qui. Gli Stati Uniti sono una democrazia perché, sulla carta, permettono a tutti i cittadini di partecipare, anzi di correre alle elezioni per diventare presidenti. La cifra da spendere non è altissima e chiunque, anche con l’aiuto di qualche amico, può raggiungerla e inseguire il sogno di governare il Paese – e di conseguenza il mondo. Nella realtà, però, le cose sono diverse assai. E per sperare di vincere davvero servono moltissimi soldi. Chi te li dà, c’è da immaginare, non lo fa per spirito di sacrificio. Prima o poi chiederà qualcosa in cambio, magari quando, una volta raggiunta la stanza dei bottoni dello Studio Ovale, vi troverete a dover fare una legge che andrà contro i suoi interessi. “Ma come: e i soldi che ti ho dato?” Un buon motivo che potrebbe far cambiare idea a qualsiasi presidente.
Voi direte: che scoperta, è ovvio. Funziona così da sempre. Certo, come no. Però è un segno importante, soprattutto nella democrazia più potente del mondo, dove i cittadini sono tutti uguali. Ma alcuni sono più uguali degli altri.