Roma raccontata da una partita di calciotto

Da una serata fredda alla fine della notte: un torneo di calciotto aziendale, tutte le strade di Roma e tutti i patemi della Roma

Roma, 4 gennaio 2016. Sono le 18:55. Anziano carica prostituta e poi forza posto di blocco: preso, tenta di corrompere i carabinieri. La notizia arriva, si ferma e poi si perde nel tumore rigonfio di strade asfaltate, bucate, disperse, sopraelevate, interrotte, sprofondate, chiuse e mai riaperte, male illuminate, panoramiche e piene di così tanti odori che alla fine diventano un odore solo, quello di Roma d’inverno. Roma è il paradiso. In inverno, in primavera, in autunno e in estate. Ogni stagione un paradiso diverso e un odore diverso, creato dallo schianto tra la temperatura dell’aria e i fluidi di ogni tipo che nell’aria ristagnano o danzano o esplodono. Più una puzza che un profumo. Molta più puzza che profumo. Roma è il paradiso.

Sul bordo della strada, tagliato in due dalla luce dei fari della sua macchina e con il riflesso della sirena sugli occhiali, il vecchio puttaniere agita tre banconote e parla di rispetto, misteriose eredità e importanti amicizie. Alle sue spalle la puttana sorride, senza un motivo preciso. Poco lontano c’è un campo di calcio a 8, chiuso tra uno stradone senza marciapiede, un prato verde, i lavori della metro e un palazzo di 8 piani che sta lì nel niente, torreggia di luci spente e di finestre rotte. La luce dei riflettori sul campo è troppo forte. L’erba sintetica è troppo verde. All’improvviso, nel rumore accennato del vento di gennaio, irrompe una voce metallica.

Dagli altoparlanti ai quattro angoli del campo – troppo scomodi per seguire il rinnovamento e l’inganno di tutto il resto e quindi vecchi, coperti di merda di storno e scotch – la voce elenca i nomi dei 16 giocatori che stanno per disputare una partita di girone di un torneo aziendale. Fa freddo, e le parole metalliche faticano ad attraversarlo. In campo, troppo illuminati, ci sono 16 uomini fuori forma, avanti con l’età e avanti con la panza. Fanno esercizi di riscaldamento sbagliati, probabilmente dannosi. Pochi capelli in testa, e sulla testa il vapore del freddo. Tutti e 16 indossano una maglia ufficiale della Roma: 7 maglie nere, 7 maglie rosse, 2 maglie da portiere. Maglie pulitissime, scintillanti. Sul dorso delle maglie rosse (più portiere verde), subito sopra il numero, figurano i seguenti nomi: Szczesny, Biondo, Nela, Assunçao, Facocero, Nakata, Bartelt, Totti. I neri (più portiere bianco) rispondono con Metallaro, Candela, Sabrina, Aldair, Emerson, Robé, Totti. I due Totti, a parte le maglie e l’evidente differenza d’età di almeno 15 anni, sono abbastanza simili. Smagriti, allampanati, con le ginocchia pelose e il naso piccolo, gli occhi spenti ma arroganti. L’arbitro, in divisa ufficiale, fischia l’inizio della partita.

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