Visto che il mondo del lavoro, ormai lo richiede quasi a tutti, la creatività è una dote da sviluppare. Chi ce l’ha di natura, è fortunato. Gli altri, però, possono migliorare. Sì, ma come? Semplice: seguendo gli stereotipi.
Ma come: fare ciò che di meno originale esista può portare a diventare creativi e originali? Lo dice uno studio dell’Università del Maryland pubblicato su Plos One. L’importante, dice, è la finzione. Se uno immagina di essere un genio creativo, seguendo quello che secondo lui contraddistingue un genio creativo (tic, abitudini, modi di fare), finirà per diventarlo. O, quantomeno, ad accrescere la propria creatività.
Lo hanno scoperto chiedendo a 200 studenti universitari di eseguire un esperimento. Alcuni dovevano scegliere di calarsi nei panni di un creativo professionista (ad esempio, un poeta genio e sregolatezza), altri, invece di diventare un rigido bacchettone (ad esempio, un archivista). Risultato? Alla prova dei fatti, cioè del test sull’Utilizzo degli Oggetti (prova standard per misurare la creatività in psicologia), non ci sono stati più dubbi. È emerso che gli appartenenti al primo gruppo, cioè i “finti creativi”, erano già diventati più creativi, mente gli appartenenti al secondo gruppo non solo avevano dimostrato particolari miglioramenti, ma hanno dato risultati peggiori rispetto a un gruppo neutro, che cioè non aveva seguito l’esperimento.
È tutto chiaro. La creatività, come molte altre cose che riguardano la personalità e il cervello, è un tratto che si può modificare, è malleabile. Soprattutto, può essere aumentata, ma anche ridotta. È normale allora che un lavoro lento e ripetitivo, alla lunga, possa far scomparire ogni guizzo di idee o di immaginazione. Chi invece vive, giorno dopo giorno, con la necessità di inventarsi qualcosa di nuovo, alla fine lo acquisirà come abilità. Anche solo fingendo di farlo.