È un momento cruciale in tutti i colloqui di lavoro: lo stipendio. Quanto chiedere? Quanto aspettarsi? Come negoziare? Ma soprattutto: come si affronta l’argomento?
Parlare di soldi, si sa, non è da signori. Per questo molti consigli sulle job interview sorvolano sulla questione che, in fondo, è la più importante: il salario. Più che concentrarsi sulle aspettative future e sulle opportunità di carriera, dare un’occhiata a quanto si riceverà non è una cattiva idea.
Prima di tutto, non bisogna farsi trovare impreparati. La cosa più furba sarebbe informarsi, più o meno, sullo stipendio medio che si riceve in quella posizione. Serve per farsi un’idea, e avere una base di partenza per contrattare. Si può consultare anche qualche sito, come questo o questo, per chiarirsi le idee.
Durante il colloquio, è bene prepararsi alla domanda fatidica: “Quanto prende ora? Qual è il suo range di stipendio?”. È importante: come insegnano tutti i maestri di negoziazione, ogni risposta sarà decisiva perché fissa uno dei parametri (se va male, il più alto) del quadro della discussione. È così che il datore di lavoro riesce ad avere la meglio: rispondendo con un numero, spesso, ci si autodanneggia. L’azienda dovrebbe offrire uno stipendio basandosi sull’esperienza e sulle abilità del candidato, che a sua volta non dovrebbe dare una valutazione estemporanea.
La mossa giusta allora è rimbalzare la domanda: “Preferirei prima ricevere un’offerta concreta di lavoro”. Forse non è ciò che vorrebbero sentirsi dire, ma almeno chiude la discussione. È meglio.
Una mossa ancora migliore è quella della “valigetta”. È un po’ un’americanata, ma forse funziona: quando l’intervistatore pone la fatidica domanda, si tira fuori una valigetta, si estrae un foglio e lo si legge: si parlerà di tutte le cose buone che il candidato potrà fare nell’azienda. Innovazioni, idee, contributi. È una controfferta efficace, che mette al centro le proprie abilità, l’esperienza, i suggerimenti. Si esce dal mondo dei numeri (dove, ricordiamo, il candidato ha quasi sempre la peggio) e si entra in quello dei meriti (presunti).
E se proprio insiste? Spararla. La cifra più alta nel range è la risposta giusta. Di solito il datore di lavoro non la aumenterà e anzi tenderà ad abbassarla. Meglio partire da una quota elevata, per poi arrivare a un prezzo giusto.