Memorie di calcioIl Pontedera ai Mondiali

Il 6 aprile del 1994, a pochi mesi dai Mondiali Usa, la Nazionale guidata da Arrigo Sacchi viene battuta 2-1 dalla squadra toscana in amichevole. Il racconto di quel giorno

Chi lo sa se quelli della trattoria Garibaldi pensano mai al concetto di stato-nazione? Chi lo sa se si sono mai chiesti come si possa convivere con l’idea di nazionale in un comune toscano? Certo è che in Italia è proprio a causa di Garibaldi che lo Stato-nazionale è diventato realtà, e chi lo sa come l’avrebbe presa il povero Giuseppe se avesse saputo che, un giorno, una rappresentativa minuscola di quello stesso stato nazione si sarebbe resa artefice di un’impresa controversa. A vederlo da qua, a ripensarlo stanco e sottomesso consegnare i destini della nazione a Teano, si potrebbe immaginarlo andare su tutte le furie all’idea che tra lui e Vittorio Emanuele II si sarebbe potuta frapporre una repubblica di Cospaia qualunque.

Alla trattoria Garibaldi di San Giovanni Valdarno c’è sempre un tavolo per Alfredo Aglietti. Lui arriva, scosta la sedia e, senza bisogno d’ordinare, si vede arrivare un piatto di stufato alla sangiovannese con gli zolfini. La gente di San Giovanni gli fa tante domande, lui non risponde, ma a quelli che gli chiedono del Pontedera lui replica sempre allo stesso modo: “In matematica invertire l’ordine dei fattori dà prodotto sempre uguale, ma la matematica non è il calcio e noi col Pontedera non eravamo al Rose Bowl di Pasadena a giocarci la finale col Brasile”.

Alfredo Aglietti a San Giovanni c’è nato, qualcuno ancora gli rimprovera d’essere andato a giocare a Montevarchi, lui d’altronde c’era andato senza troppo entusiasmo e quando la domenica doveva calciare in porta si sentiva mancare le forze, si sentiva crollare come a spezzarsi in due, gambizzato dal peso di secoli di rivalità. In un anno e mezzo a Montevarchi aveva fatto appena due goal e aveva preso l’abitudine di non riagganciare la cornetta del telefono. La gente è strana, o almeno non è mai contenta di nulla, come fai sbagli e non sai mai se gli stessi che prima ti chiamavano per farti gli auguri di compleanno, o per chiederti di andare in Pratomagno, di punto in bianco iniziano a lamentarsi perché giochi a Montevarchi. Nelle sere di quegli anni, a Montevarchi, il telefono squillava in continuazione: qualcuno gli diceva “bravo hai fatto bene” altri gli dicevano “come puoi metterti addosso la maglia rossoblu?”. A Pontedera in C2, Aglietti ci passò nel settembre del 1993 e quel 6 aprile del 1994, il giorno in cui lui con la sua squadra sconfisse la nazionale di Sacchi per due a uno, il telefono di casa iniziò a squillare nuovamente: qualcuno gli diceva “bravo hai fatto bene” mentre altri continuavano a dirgli “…ma come hai potuto metterti addosso la maglia rossoblu?”.

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