Perché capita di sentire il telefono vibrare (e non è vero)

Sarà capitato quasi a tutti di sentire il cellulare vibrare nella tasca, ma poi scoprire che si trattava di un illusione. La scienza ha scoperto perché succede

Capita a tutti di avvertire vibrazioni che non ci sono. In particolare, quelle dei cellulari. Secondo uno studio del 2012, almeno l’89% degli intervistati ha ammesso di aver sentito, qualche volta, le “vibrazioni fantasma” del telefono. Sembravano chiamate e non lo erano. Come è possibile?

La “ringxiety”, cioè l’ansia da squillo, o “fauxcellarm” (faux + cell+ alarm) è un fenomeno antico almeno quanto è antica la tecnologia che lo provoca. Se ne parlava già nel 1996, in una striscia del fumetto Dilbert. All’epoca era la “phantom-pager syndrome”, cioè la “sindrome da cercapersone-fantasma”. Ora si è passati ai telefonini, ma il fenomeno è lo stesso, funziona allo stesso modo e vale per tutti: sia per gli smanettoni sia per chi, per motivi di lavoro, è costretto a trafficare con device e telefoni.

Secondo uno studio del 2010, basato sui lavoratori d un ospedale, i ricercatori hano concluso che si tratta di una “errata interpretazione dei segnali operata dalla corteccia cerebrale”. Il cervello, per farsi largo tra le infinite forme di stimoli esterni che riceve, crea schemi e modulazioni che funzionano come filtri, in modo da rendere il processo di decodifica dei segnali più veloce. E insomma, anche il caso della vibrazione fantasma finisce qui dentro: scambiando vibrazioni improvvise e casuali (sfregamento dei vestiti, contrazioni muscolari e così via) per il “pattern-chiamata-sul-cellulare”, si crea l’illusione di essere chiamati.

Ma non solo: un altro studio del 2016 ha aggiunto che, guarda caso, capita di più alle persone insicure specie nel campo relazionale. Precisazione che chiama in causa una componente psicologica più profonda, e non si limita ai semplici inganni del cervello. Ma le due cose, sommate insieme, portano solo a un risultato: un telefono che viene estratto, controllato, e poi una fugace delusione. Chissà perché – continuano gli studi – capita meno quando si aspettano telefonate sgradite.

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