Qualcuno aveva già cominciato a sospettarlo: il 2016 è un anno funesto per le persone famose. Nei soli primi quattro mesi si è verificato un picco di morti di celebrità. Una situazione “fenomenale”, e lo conferma l’esperto di obituaries (i coccodrilli inglesi) della Bbc, Nick Serpell. C’è stato l’addio a David Bowie, poi a Prince. In mezzo anche Alan Rickman, Victoria Wood e – nel nostro piccolo – anche Umberto Eco. Non passa giorno del 2016, insomma, che non si porti via una celebrità. Anno bisesto, anno funesto. Che la cultura popolare avesse ragione?
Secondo Serpell ci sono alcuni elementi oggettivi. Rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti il numero di “morti famose” è più alto. Nel 2012 erano state solo cinque (tra cui Wislawa Szymborska), nel 2013 otto, 11 nel 2014 e 12 nel 2015. Nel 2016 il boom: già 24. Come si spiega tutto questo?
Da un lato c’è un fattore casualità. La risposta più semplice è: succede. Dall’altro, però, ci sono due aspetti da considerare. Il primo, che fa notare lo stesso Serpell, è che la maggior parte delle persone celebri ha ormai raggiunto una certa età. Il cammino per la fama richiede un po’ di tempo, e chi lo ha raggiunto negli anni ’60 adesso si avvia al termine della propria esistenza. Insomma, sarebbe una spiegazione razionale. Ma perché proprio il 2016 e non, che dire, il 2015? In fondo, giunti a una certa età, un anno vale l’altro. E poi, a ben guardare, il povero Prince aveva 57 anni, era un “giovane”.
Il secondo aspetto è che, forse forse, le persone famose sono aumentate. E questa è già una buona spiegazione. Una volta erano considerate famose solo quelle persone che riuscivano a elevarsi oltre i confini della televisione nazionale (per capirsi: chi conosceva Victoria Wood fuori dal mondo anglosassone?), e raggiungere un uditorio davvero grande. Adesso basta una comparsata in tv (ma nemmeno: anche youtube genera celebrità) per assurgere all’Olimpo della fama. E finisce che programmi di pessima qualità come l’Isola dei Famosi si riempia di persone che, in realtà, famose non sono (ma che, piuttosto, vorrebbero diventarlo).
Per cui è possibile che il connubio tra età anagrafica e gratuità della fama abbia dato origine al morboso fenomeno di queste settimane, cioè la lista giornaliera dei vip che lasciano questa terra. Ma non sono le uniche cause: vanno aggiunti, secondo LinkPop, anche la mania nostalgica di un mondo anziano, il gusto necrofilo dei media e, forse, il vuoto di idee.