Una storia che affonda le sue radici durante gli anni del fascismo. Tre opere d’arte appartenute al Principe Felice di Borbone-Parma, allora principe del Granducato di Lussemburgo, e finite in mano alle SS naziste, il conflitto mondiale e una indagine dei Carabinieri della Tutela Patrimonio Culturale. Sono i fili che si muovono dietro al ritrovamento di tre dipinti trafugati dalle truppe di occupazione tedesche nel 1944. Le tre opere ritrovate sono del Quattrocento: un dipinto olio su tela attribuito a Giovanni Battista Cima, in arte «Cima da Conegliano» (1460-1518) raffigurante una «Madonna con Bambino»; un dipinto realizzato a tempera su tavola dal fondo oro attribuito ad Alessio Baldovinetti (1425-1499) raffigurante la «Trinità»; e un dipinto a olio su tela firmato in cartiglio in basso al centro «Jeronimus ex libris», Girolamo Dai Libri (1474-1555), raffigurante «Circoncisione/presentazione di Gesù al Tempio».
Nel 1938 un regio decreto obbliga gli ebrei stranieri a lasciare il territorio italiano. Un anno dopo l’Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare (Egeli), istituto che ha il compito di acquisire, gestire e rivendere i beni sottratti agli ebrei a partire dall’anno precedente. Il 10 giugno del 1940 l’Italia entra in guerra e l’Egeli estende la pratica del sequestro dei beni agli stranieri di nazionalità nemica.
Applicando la norma il prefetto di Lucca l’8 agosto 1940 sequestra i beni appartenenti alla famiglia Borbone-Parma e nel 1944, dopo il sequestro, le opere insieme ad altri oggetti d’arte vengono requisite dalle truppe di occupazione tedesche. Dalla “Villa delle Pianore” a Camaiore, provincia di Lucca, i dipinti finiscono nel Castello di Dornsberg, vicino Merano. Qui viveva il generale Karl Friedrich Otto Wolff, capo delle SS in Italia, lo stesso che nel 1972 rivelò il piano di Hitler per il sequestro, poi mai avvenuto, di Papa Pio XII dopo la caduta di Mussolini.
Al termine del conflitto i “Monuments Men” della quinta armata dell’esercito statunitense recuperano l’intera collezione in precedenza sequestrate al Principe Felice di Borbone-Parma, Principe del Granducato del Lussemburgo, ad eccezione di tre dipinti che non furono rinvenuti
Al termine del conflitto i “Monuments Men” della quinta armata dell’esercito statunitense recuperano l’intera collezione in precedenza sequestrate al Principe Felice di Borbone-Parma, Principe del Granducato del Lussemburgo, ad eccezione di tre dipinti che non furono rinvenuti. Le opere divennero così oggetto di un’istanza di risarcimento danni di guerra presentata da Felice di Borbone-Parma nei confronti dello Stato italiano. Il Ministero del Tesoro liquidò i danni, rendendo così lo Stato proprietario dei tre dipinti.
Dipinti che settant’anni dopo sono state rinvenute dai Carabinieri nei salotti di casa di due famiglie di collezionisti milanesi, su cui sono in corso approfondimenti investigativi. Le opere sono state sequestrate e affidate in custodia alla Pinacoteca di Brera che sta procedendo alla stima e procederà a un restauro di due dei tre dipinti. La procura di Milano sta indagando due collezionisti che hanno di fatto ereditato i tre dipinti e dunque, fanno sapere gli organi inquirenti, sarà ben difficile che l’indagine abbia uno sbocco giudiziario, nonostante la contestazione del reato di ricettazione. «Un recupero comunque importante – ha sottolineato il Vice Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Alberto Deregibus durante la presentazione dei tre dipinti all’interno Sala della Passione della Pinacoteca di Brera nella mattinata di lunedì – perché ha consentito di recuperare beni nella disponibilità del patrimonio culturale dello Stato».
«Un recupero comunque importante perché ha consentito di recuperare beni nella disponibilità del patrimonio culturale dello Stato»
Al ritrovamento delle opere si è arrivati grazie a una certosina indagine dei Carabinieri, coordinati dal responsabile del VII dipartimento della procura di Milano Riccardo Targetti. Il 3 dicembre del 2014 i Carabinieri rintracciano l’opera di Cima da Conegliano e la “Trinità” presso una famiglia milanese che aveva ereditato le opere. Successivamente viene individuata anche la “Circoncisione di Gesù al Tempio” di Girolamo dai Libri. Una indagine partita dalla consultazione di archivi e documenti dell’epoca che ha messo gli investigatori sulle tracce delle opere d’arte fino ad arrivare nelle case dei due collezionisti milanesi.