Il primo sindaco cristiano in una capitale musulmana

Tanti si sorprendono per la vittoria di Sadiq Khan a Londra, ma a Jakarta c’è un cristiano al potere dal 2014. Con la sola differenza che non è stato eletto in via diretta

Non è il primo sindaco musulmano in Europa, Sadiq Khan. Ma è il primo sindaco musulmano di una capitale europea. Ciò che forse non tutti sanno è che, in realtà, è esistito anche un sindaco cristiano in una capitale musulmana. Si tratta di Basuki Tjahaja Purnama, sindaco di Jakarta (Indonesia) dal 2014 – in realtà non è proprio un sindaco: è più un governatore.

Insomma, il solito discorso polemico della reciprocità (moschee nei Paesi cristiani e non chiese nei Paesi musulmani, ad esempio) stavolta crolla. Ma ci sono dei dettagli. Prima di tutto, Basuki non è stato eletto in via diretta, come è accaduto a Sadiq Khan, ma è diventato governatore di Jakarta perché ha sostituito il governatore Joko Widodo, di cui era il vice, quando venne chiamato a diventare presidente dell’Indonesia. È una differenza, questa, da non dimenticare.

Quando si è insediato nella sua nuova carica ha promesso, come è rituale, di «impegnarsi al meglio» per servire la popolazione della città e della nazione, «so che Dio mi aiuterà a farlo». La domanda è: quale Dio? La risposta è molto semplice: è sempre lo stesso, sia per gli islamici che per i cristiani.

C’è da aggiungere che Basuki ha un doppio record: è cristiano ed è di etnia cinese. Due cose che ai fondamentalisti indonesiani, un filo più agguerriti di Adinolfi, non è andata giù. Fin dai tempi della campagna elettorale è stato oggetto di critiche, di commenti razzisti e di veri e propri attacchi personali. In particolare da parte del FPI, il “fronte dei difensori dell’Islam”, che hanno chiesto la revisione della costituzione di Jakarta per togliergli alcuni compiti e trasferirli – guarda un po’ – alle organizzazioni islamiche. Ma lui se ne è infischiato. Del resto, l’Indonesia è un Paese che conta 250 milioni di abitanti, mentre la Gran Bretagna ne ha un quarto: 60 milioni. E un sesto dei musulmani del mondo vive qui. Insomma, pochi gruppi integralisti non sono un grande problema.

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