Tra le possibili correlazioni spurie, ce n’è una che andrebbe considerata con una certa attenzione: quella tra ricchezza pro capite di una regione e la diffusione di musica heavy metal. Le due cose, a parte qualche eccezione, sono collegate. Basta controllare queste due mappe. La prima illustra la ricchezza delle regioni europee. La seconda la densità di gruppi heavy metal.
Le somiglianze balzano all’occhio. Ma la conferma arriva dalla penisola scandinava, dove i gruppi metal sono tantissimi e sono molto popolari. Esiste una relazione tra le due cose? La domanda è stato oggetto di una ricerca e sono emerse spiegazioni interessanti. Secondo la svedese Charlotta Mellander, del Martin Prosperity Institute, la grande presenza di band metal è il risultato della generosa politica educativa del governo svedese, molto attento a finanziare programmi per l’insegnamento della musica ai giovani. Sono tanti i ragazzi, insomma,che hanno le competenze necessarie per suonare quel tipo di musica (che, come tutti sanno non è tra i più semplici).
Un’altra spiegazione la fornisce lo scrittore americano Mark Ames che preferisce puntare il dito contro la società scandinava, “del tutto priva di senso dell’umorismo”, “oppressiva” e che si manifesta in modo pio, carezzevole e social democratico”. I giovani, ribelli e conoscitori di musica, si arrabbiano e cantano il metal.
Eppure c’è qualcosa che non torna. Ad esempio, la Grecia è una notevole eccezione. Come mostra la mappa, la penisola ellenica rappresenta una scena ottima per il metal ma, al tempo stesso, non è senza dubbio un Paese ricco. Come si spiega? Con la dittatura dei colonnelli. È in quel periodo che si diffonde il rock come strumento di contestazione, in particolare come risposta l’imposizione della musica tradizionale (ad esempio, Theodorakis) voluta dal governo. Il metal esplode negli anni ’80, quando i colonnelli hanno già da tempo lasciato il potere, ma si iscrive nello stesso solco di risentimento e ribellione. Un filone sempre vivo, e figurarsi adesso come si sentono.