A Firenze, a quanto pare, sono 600 anni che non si rottama più nulla. Secondo una ricerca che ha fatto il giro del mondo, condotta dagli economisti della Banca d’Italia Guglielmo Barone e Sauro Moretti, le famiglie più ricche di Firenze sono le stesse che lo erano nel 1427. Dopo tanti secoli, tanti cambiamenti, vari Savonarola, Regni e Ducati, Repubbliche e Partiti democratici, la situazione è rimasta sempre la stessa. I soldi ce li hanno sempre quelli.
GLi studiosi hanno messo a confronto i dati del catasto fiorentino, inaugurato proprio nel 1427, in cui erano elencati i redditi e le occupazioni delle famiglie della città. Era la vigilia della presa di potere da parte dei Medici (la famiglia di banchieri più ricca della città), vigeva la Repubblica, per chi stava ai vertici tutto andava bene. E sarebbe stato così per altri 600 anni.
I più ricchi “tra quelli che pagano le tasse oggi”, spiegano i due ricercatori nel loro paper “sono gli stessi che erano in cima alla scala sociale già seicento anni fa”. Per questioni di privacy (eh già) i due studiosi hanno sostituito i nomi delle famiglie con delle lettere. Cercare come se la passano oggi i Medici, insomma, non si può fare. Lo stesso vale per le professioni “è molto probabile che un fiorentino, oggi, diventi banchiere, farmacista o orafo se il suo cognome è lo stesso di chi lo faceva seicento anni fa”. Esiste un “pavimento di cristallo” che impedisce ai discendenti delle famiglie ricche di scivolare ai gradini più bassi della società odierna. Da Firenze, insomma, immobilismo puro. E come possono mai pretendere i fiorentini d’oggi di cambiare l’Italia, se in sei (!) secoli non hanno mai nemmeno cambiato la loro città?