Una storia di politica, di bellezza e di rivendicazioni. Accade in Venezuela – ma potrebbe, con qualche minima differenza, valere per tutto il mondo – e inizia con la dichiarazione, piuttosto sgraziata di Diana D’Agostino, moglie del presidente dell’Assemblea Nazionale venezuelana, Henry Ramos. “Il governo non ha mai avuto a che fare con donne mal vestite, sciatte e non truccate. Semplicemente, noi venezuelane non siamo così”.
Era una critica che mirava a colpire le militanti chaviste, inquadrabile cioè in un agone politico. Ma è presto deflagrata, andando a scoperchiare un problema molto sentito in una nazione che, per paradosso, è alle prese con questioni molto più gravi (leggi: assenza di viveri, supermercati devastati): l’aspetto delle donne.
Il Venezuela è il Paese con il più alto tasso di interventi chiurgici estetici, tanto da battere Corea del Sud e Iran (area insospettabile ma record per rifarsi il naso). Abbonda, di conseguenza, di concorsi di bellezza e, infine, di casi di disordini alimentari. Non per nulla ben 13 Miss Universo arrivano dal Venezuela. Insomma, all’aspetto ci tengono. Di più: è una ossessione che pesa sul destino di ogni donna. Immaginatevi una sorta di Milano estesa per oltre 900mila km quadrati e con problemi economici.
“Chi non è venezuelano non può capire la pressione invisibile che viene esercitata sulle donne”, spiega Aglaia Berutti, una blogger molto seguita nel Paese. “È difficile da spiegare a chi non è cresciuto in un mondo in cui sei stigmatizzato e criticato per il tuo aspetto fisico, cosa significhi vivere in un Paese dove la bellezza è un’esigenza, dove è necessario, anzi indispensabile per riuscire in società”.
Cultura dell’apparenza diffusa dai media? “Non solo. È più complesso, doloroso, profondo. In Venezuela la bellezza è un’altra cosa. Indica un’identità che viene annichilita: è un fine, un processo e un trionfo che pochi possono davvero raggiungere e che, proprio per questo, ti definisce. È il modo in cui il Venezuela stesso si percepisce. Altrimenti detto, è un modo di disprezzare la differenza”. Solo i ricchi, insomma, possono diventare belli. E viceversa.
Tutto sommato, non è una novità in nessuna geografia. Solo che qui è elevata a sistema. E le uscite maldestre di qualche donna di potere possono solo metterlo in mostra in modo ancor più evidente.