Un mese chiuso in ospedale. Intanto il panorama politico – e non solo quello – gli è cambiato tutto intorno. Silvio Berlusconi rientra in scena dopo l’operazione al cuore e la lunga degenza al San Raffaele di Milano. Il volto smagrito e stanco, all’uscita dall’ospedale il leader di Forza Italia si concede a giornalisti e fotografi. La ritualità è quella di sempre: il Cavaliere si presenta con il cordone delle guardie del corpo attorno, l’auto che lo aspetta un metro oltre la porta, la polo blu e il maglioncino legato al collo. Davanti a lui, l’ennesima sfida.
La malattia ha modificato anzitutto le gerarchie di chi sta vicino al capo. Le quattro settimane di riposo forzato hanno consentito alla figlia Marina di sfilare potere al cosiddetto “cerchio magico” che negli ultimi anni si era stretto intorno a Berlusconi. Resta al suo fianco la compagna Francesca Pascale, ma l’onnipresente senatrice Maria Rosaria Rossi ha perso il ruolo di tesoriera di Forza Italia e di principale consigliera politica. Non è un caso che all’uscita del San Raffaele al fianco di Berlusconi, quasi abbracciandosi, ci fosse Valentino Valentini, il consigliere degli anni di governo, ufficiale di collegamento con il presidente russo Vladimir Putin e nuovo responsabile della segreteria del leader. Più indietro, il medico personale Alberto Zangrillo. Non c’era Gianni Letta, che però in questa fase ha gestito gli equilibri a Roma. Nelle ultime ore Berlusconi ha mandato un messaggio ai suoi coordinatori regionali: «Non ho nessuna intenzione di mollare e di certo non mollo Forza Italia». Di cambiamenti, però, ce ne saranno molti. Anche perché dalla figlia Marina in giù, molti hanno consigliato al Cav di fare un passo indietro. Magari ritagliandosi il ruolo di padre nobile del centrodestra.
Il leader è stato operato il 14 giugno, una settimana prima dei ballottaggi. Uscito dal San Raffaele ha trovato un’Italia diversa. Roma e Torino sono in mano ai Cinque Stelle
Certo, sarà difficile tenere Berlusconi fuori dalla mischia. Il leader è stato operato il 14 giugno, una settimana prima dei ballottaggi. Uscito dal San Raffaele ha trovato un’Italia diversa. Roma e Torino sono in mano ai Cinque Stelle. E se nella Capitale un trionfo grillino era nell’aria, sotto la Mole nessuno si attendeva la vittoria di Chiara Appendino. La questione va oltre le due amministrazioni e ridisegna la scenario politico nazionale. Gli equilibri del Paese sono passati «dal bipolarismo a un tripolarismo che vedo molto pericoloso» ragiona il Cavaliere. Per Berlusconi è un problema in più. Sondaggi alla mano, l’ascesa dei Cinque Stelle rischia di relegare il centrodestra al ruolo di terzo polo. E così si riapre la questione dell’Italicum. Non è un mistero: la legge elettorale approvata in Parlamento potrebbe avvantaggiare i Cinque Stelle. Il premio di maggioranza attribuito alla prima lista – e non alle coalizioni – può consegnare il Paese ai grillini.
Al leader di Forza Italia il compito di studiare la giusta strategia. Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, tra i consiglieri più ascoltati, lo spinge senza indugi verso Matteo Renzi. Magari per dare vita a un nuovo patto del Nazareno. Nelle settimane che Berlusconi ha trascorso in ospedale la partita dell’Italicum si è già riaperta. Un’intesa con il Partito democratico potrebbe portare alle auspicate – anche dalla minoranza dem – modifiche alla legge elettorale. L’introduzione di un premio di maggioranza per le coalizioni, peraltro, aiuterebbe non poco la ricomposizione del centrodestra. Ma il partito è pronto a seguire un nuovo Nazareno? A giudicare dai commenti di tanti dirigenti, non sembra. Il referendum costituzionale di ottobre rappresenta l’occasione giusta per mandare a casa il governo Renzi. In molti, anche dentro Forza Italia, non aspettano altro.
Gli equilibri del partito, la crescita dei Cinque Stelle, il rapporto con il governo. Il quarto cambiamento che Berlusconi dovrà gestire dipende proprio delle prime incognite
Gli equilibri del partito, la crescita dei Cinque Stelle, il rapporto con il governo. Il quarto cambiamento che Berlusconi dovrà gestire dipende proprio delle prime incognite. È il futuro dell’alleanza di centrodestra. Entrato all’ospedale con un risultato catastrofico a Roma, dove sosteneva la candidatura a sindaco di Alfio Marchini, con un candidato come Gianni Lettieri al ballottaggio (impossibile) di Napoli e l’ottima performance di Stefano Parisi a Milano, poi battuto da Giuseppe Sala, nelle principali città adesso il leader di Forza Italia si ritrova senza nemmeno un sindaco. Il segretario della Lega Matteo Salvini gli ha addossato gran parte della responsabilità, sconfessando le vecchie intese. Se il Cav aprirà un nuovo dialogo con il Pd di Renzi, la strada dell’alleanza con la Lega è destinata a chiudersi per sempre. A quel punto Forza Italia potrebbe sciogliersi in una formazione più inclusiva, raccogliendo i moderati ex berlusconiani, e lasciando al Carroccio e a Fratelli d’Italia lo spazio più identitario ed euroscettico a destra. Non è un caso, forse, se una delle prime dichiarazioni di Berlusconi, appena uscito dall’ospedale, sia stata proprio sull’Europa. «Con l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, può prendere il via un processo di disgregazione». Da sempre contrario alla Brexit, l’ex premier è impegnato per non far morire “il sogno più bello”.