Dopo l’attentato al ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca, anche il Bangladesh è entrato nella zona rossa dei turisti (in realtà già nel 2015 c’erano stati altri tre attacchi ai danni di stranieri), sconsigliato per viaggi e vacanze per la presenza di gruppi armati di ispirazione jihadista. In un’estate in cui la mappa mondiale sembra un campo minato, divisa tra zone sicure, e zone dalle quali è meglio stare alla larga, la scelta per le vacanze si restringe.
Fonti utili per conoscere le rotte del turismo sicuro sono il sito della Farnesina “Viaggiare sicuri” e la pagina Foreign Travel Advice del governo britannico. La cartina, ovviamente, è in aggiornamento.
Esclusi Afghanistan, Iraq e Siria, tre Paesi che meriterebbero eccome un viaggio, ma al momento non sono avvicinabili, anche la Turchia è entrata nella zona rossa. Dall’inizio dell’anno ci sono stati quattro attentati a Istanbul (compreso quello all’aeroporto) e due ad Ankara. Dalla Farnesina raccomandano di limitare gli spostamenti in tutto il Paese, soprattutto nei luoghi di attrazione turistica, evitando le zone più affollate, «in particolare i centri urbani, dove non può essere escluso il rischio di ulteriori attentati terroristici». Dal 2015 gli arrivi nel Paese, non a caso, si sono ridotti di oltre il 30 per cento. E i prezzi per soggiornare negli hotel sono molto bassi.
La situazione di sicurezza è precaria in visitare Pakistan: dalla Farnesina raccomandano di limitare i viaggi solo se strettamente necessario. Stesso discorso nello Yemen, dove al Qaeda non molla la presa. Allerta pure in Giordania: il sito archeologico di Petra è uno dei beni protetti dall’Unesco, dichiarata una delle sette meraviglie del mondo, ma dalla Farnesina dicono che anche qui il livello di allerta è elevato. Anche in Libano, dopo il duplice attentato suicida del 12 novembre 2015, le condizioni di sicurezza sono peggiorate. In Israele, invece, frequentata meta turistica, la situazione è in costante tensione, ma meno che in altri periodi (come l’estate del 2014, quando partì l’operazione Margine di protezione contro i guerriglieri palestinesi di Hamas). In ogni caso, trovare la spianata delle moschee aperta e accessibile ai turisti è un colpo di fortuna che capita a pochi.
L’Iran condivide con il resto del mondo il rischio di una possibile esposizione al terrorismo internazionale. Ma dopo la fine delle sazioni, l’accordo sul nucleare e la visita di Rohani in italia, il Paese è più aperto ad accogliere i turisti. Non esistono al momento minacce dirette contro il turisti italiani, fanno sapere dalla Farnesina. Certo, meglio evitare di fare escursioni nelle aree a ridosso delle frontiere con Iraq, Afghanistan, Pakistan e Kurdiastan iracheno. Persino in India le zone al confine col Pakistan restano sconsigliate. In particolare, lo Stato di Jammu e Kashmir, che è stato teatro di frequenti disordini.
In Nord Africa, per l’Egitto la Farnesina raccomanda di evitare i viaggi non indispensabili «in località diverse dai resort situati a Sahrm el-Sheik, sulla costa orientale del Mar Rosso, nelle aree turistiche dell’alto Egitto e di quelle del mar Mediterraneo». Zone che, comunque, «non possono essere considerate completamente immuni da possibili minacce». Rischio terroristico elevato in Algeria, Tunisia e, com’è ovvio, in Libia. Più pacifico finora il Marocco, dove comunque si raccomanda di evitare i luoghi affollati e le zone di confine. I Paesi vicini Mauritania e Mali, sede della meravigliosa antica Timbuctù, hanno registrato una intensificazione degli atti terroristici. In Mali, dice la Farnesina, i viaggi sono «sono assolutamente da evitare». Sconsigliati anche i viaggi in Somalia e Kenya. Attenzione anche in Congo, dove si registrano scontri causati dalla presenza di milizie armate.
Se invece si stanno cercando temperature più rigide, la Russia è sconsigliata a macchia di leopardo: meglio evitare Caucaso del Nord, Daghestan, Cecenia, Inguscezia e la regione di Rostov al confine con il Donbass, per via del conflitto in Ucraina orientale.
Campo minato in Sudamerica. In Messico si può andare, ma evitando alcune zone, come lo Stato di Guerrero, teatro di diversi episodi di violenza negli ultimi mesi sia nelle zone rurali sia in città come Acapulco e Chilpancingo. Si consigliano comunque gli spostamenti in aereo, a causa di frequenti sequestri e assalti armati. Alti tassi di violenza anche in Colombia. E soprattutto, di recente, in Venezuela. Tanto che dalla Farnesina suggeriscono di «posticipare, almeno temporaneamente, viaggi non necessari nel Paese»: frequenti le rapine e i sequestri a scopo di estorsione.
Tensioni, terrorismo e geopolitica mondiale stanno ridisegnando le mappe del turismo mondiale. Quasi come una Lonely Planet aggiornata in tempo reale, che è sempre meglio consultare prima di prenotare qualsiasi viaggio. Anche se, come specificano dalla Farnesina, il rischio di attacchi – come abbiamo, ahinoi, potuto constatare – esiste ovunque. Anche in Europa.