Il meraviglioso viaggio nascosto dei bagagli dopo il check-in

Li si lascia all’aeroporto e li si ritrova sul nastro trasportatore (se non ci sono problemi) all’arrivo. Dietro c’è una catena e un labirinto di meccanismi automatizzati di cui il proprietario passeggero non ha la minima idea

Una volta superato il check-in, le valigie si separano dal viaggiatore. Cosa succede in quel momento? Che giro fanno i bagagli prima di essere imbarcati sull’aereo (lo stesso del passeggero)? Questo filmato dello Smithsonian mostra come, in realtà, borse e valigie facciano una strada molto più lunga: cominciano un percorso di quasi sette chilometri (negli aeroporti grandi) tra le viscere dell’aeroporto. Tutto automatizzato.

Tutto comincia con il momento dell’etichetta: la striscia di carta lunga e adesiva che viene attaccata a ogni bagaglio. È essenziale: sopra ci sono tutte le informazioni necessarie (proprietario, volo, eventuali trattamenti specifici) per direzionare le valigie nella giusta direzione. Poi, sulla base di questi codici, comincia il viaggio, regolato su canali automatici, in sella a slitte che assicurano il passaggio giusto al momento giusto, anche nella fase – un po’ più complicata – dei raggi X, cui tutti i bagagli devono sottostare. È così che funziona nei grandi aeroporti (lasciamo stare Fiumicino).

Il reticolo è controllato e gestito da un centro di comando centrale, e qui c’è anche l’essere umano, che veglia e sorveglia al buon funzionamento dell’intero meccanismo della catena. Un labirinto inaccessibile che il passeggero proprietario, mentre aspetta il volo leggendo il giornale, non saprebbe neppure immaginare.

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