Pechino ha vari problemi. Smog e traffico sono i più famosi, certo, ma ne sta emergendo anche uno nuovo: deve stare attenta a non finire sottoterra. Questioni di base, diciamo. La città, secondo i geologi, sta pompando troppa acqua dal suo sottosuolo e questo indebolisce lo strato sotterraneo. In poche parole, rischia di crollare. Le immagini satellitari, studiate da un’équipe di esperti, hanno confermato: ogni anno Pechino si abbassa di 11 centimetri, in particolare nel distretto centrale degli affari.
È una minaccia? Secondo gli esperti sì. Soprattutto per i lavori sulle ferrovie interne alla città, e in generale per le infrastrutture più delicate. Non ne sono esenti nemmeno palazzi ed edifici, visto che lo squilibrio del livello può portare a crolli e sprofondamenti.
Il problema è che il sottosuolo della città, privato dell’acqua, ha cominciato a contrarsi – come una spugna, dicono gli esperti – e il distretto di Chaoyang, sorto quasi dal nulla dagli anni ’90, è il punto più evidente. La presenza di pozzi nell’area è molto alta e, nonostante ci siano leggi ben precise che ne impediscano la diffusione, è molto difficile farle rispettare.
L’allarme, in realtà, era noto da tempo. Nel 2015 era stato messo in piedi un enorme progetto ingegneristico per ridurre il problema dell’acqua di Pechino: un gigantesco sistema di tunnel e canali costruito con l’obiettivo di far arrivare alla capitale 44,8 miliardi di metri cubi di acqua. In più lo stesso distretto di Chaoyang aveva annunciato la chiusura di 367 pozzi, nel tentativo di ridurre la quantità di acqua estratta dal sottosuolo della città.
Basterà? Troppo presto per dirlo. In ogni caso, per evitare che gli smottamenti del terreno provochino rotture nelle infrastrutture dei trasporti – con conseguenti incidenti clamorosi – è stata proibita la costruzione di altri pozzi intorno alle linee di alta velocità già costruite.
Insomma, Pechino è in una situazione difficile. Cercava di issarsi sulla cima del mondo ma rischia di finire sotto terra. Regalando al mondo l’immagine, quasi letterale, del gigante con i piedi d’argilla.