Articolo tratto da Lavoce.info
La pronuncia del Consiglio di Stato, nel febbraio scorso, ha determinato la modifica da parte del governo di alcune disposizioni del decreto del presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013 sulla determinazione della situazione economica equivalente delle famiglie. Nel dettaglio, con la legge n. 89/2016, il governo ha ripristinato la vecchia definizione di reddito disponibile familiare che esclude tutti “i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari (…), laddove non rientranti nel reddito complessivo ai fini dell’Irpef”; questi, secondo il Consiglio di Stato, svolgono una mera funzione risarcitoria e non di integrazione al reddito familiare.
Alla luce delle modifiche, il nuovo quadro normativo prevede:
- La mancata inclusione di pensioni e indennità legate alla disabilità nel calcolo del reddito disponibile familiare;
- L’abbandono del sistema di franchigie e deduzioni per le famiglie con disabili, incluse le spese connesse con la condizione di disabilità o non autosufficienza;
- La maggiorazione del coefficiente di equivalenza di 0,5 per ogni componente disabile.
Per valutare se i correttivi avranno un impatto positivo per i nuclei familiari con disabili, un primo aspetto da considerare è la variazione della distribuzione dell’Isee a seguito delle modifiche. Per fare questo abbiamo simulato il calcolo della situazione economica equivalente sui dati IT-Silc 2014.
Grafico 1 – Distribuzione di frequenza dell’Isee delle famiglie con disabili prima e dopo le modifiche approvate
Dall’analisi del grafico 1, relativo alle sole famiglie con disabili (dove per disabile si intende un individuo beneficiario di almeno un trasferimento legato alla condizione di disabilità), sembra che le rettifiche approvate portino a un calo generalizzato del livello di Isee. Nel dettaglio, si osserva una riduzione media del 20 per cento dell’indicatore per le famiglie con disabili dovuta alle nuove regole e un incremento nel numero di Isee medio-bassi (sotto i 20mila euro).
Grafico 2 – Variazione dell’Isee per i nuclei familiari con disabili
I correttivi adottati determinano una riduzione dell’Isee per gran parte dei nuclei con disabili (circa il 72 per cento). Tuttavia, risulta evidente un miglioramento della posizione relativa dei nuclei più ricchi rispetto a quelli con reddito medio-basso
Per ogni famiglia con almeno un disabile, il grafico 2 mostra come varia l’Isee prima (asse orizzontale) e dopo la legge 89/2016 (asse verticale). Quanto maggiore è lo scostamento verso il basso delle osservazioni rispetto alla bisettrice, tanto maggiore è l’effetto positivo delle nuove regole.
I correttivi adottati determinano una riduzione dell’Isee per gran parte dei nuclei con disabili (circa il 72 per cento). Tuttavia, risulta evidente un miglioramento della posizione relativa dei nuclei più ricchi rispetto a quelli con reddito medio-basso; d’altro canto, per il 25,6 per cento del totale delle famiglie con disabili (i punti al di sopra della bisettrice) l’Isee sembrerebbe aumentare.
Per capire meglio la portata dei cambiamenti che si realizzeranno, facciamo l’esempio di due famiglie composte entrambe da quattro componenti di cui un minore non autosufficiente. Per entrambe osserviamo come varia l’Isee passando dalla vecchia modalità di calcolo (Dpcm n. 159/2013) a quella attuale (L n. 89/2016).