Tra le migliaia di storie che si dipanano nel corso della Seconda Guerra Mondiale, una delle più note e tragiche è quella di Kazimierz Moczarski, scrittore polacco e membro dell’esercito, grande rappresentante della resistenza anti-nazista, finito in prigione negli anni del dominio comunista.
La sua storia si può dividere in due periodi: nel primo, dopo la caduta di Varsavia e la capitolazione della Polonia sotto il potere tedesco, Moczarski passa dalle truppe dell’esercito regolare polacco al movimento di resistenza clandestina. I suoi compiti erano due: animare la propaganda anti-tedesca, attraverso giornali e radio, e guidare la squadra di Sabotaggio, con l’obiettivo di uccidere membri della Gestapo, collaborazionisti e informatori. Un compito in cui eccelleva.
Il secondo periodo, invece, comincia con dopo la fine della guerra. La Germania capitola, la Polonia finisce nelle mani di Stalin e l’esercito di resistenza di Moczarski, che si era opposto all’insediamento dei comunisti, viene dissolto e disperso. Moczarski viene catturato, processato e condannato a morte in quanto considerato soggetto pericoloso. Era il 1946.
Moczarski passerà in prigione dieci anni: in questo periodo sarà sottoposto a 49 diverse forme di tortura, che descriverà nel suo libro di memorie Conversazioni con il boia, tra cui il metodo Zakopane, cioè la privazione del sonno in una cella in cui è impossibile sdraiarsi, con percosse a tempi regolari. In più, per colpire la sua tenuta psicologica, verrà messo in cella per nove mesi con due esponenti delle SS, suoi acerrimi nemici: Gustav Schielke e, soprattutto, Jürgen Stroop, responsabile della distruzione del ghetto di Varsavia (in risposta alla rivolta del 1943), con l’uccisione di 50mila persone. È qui che cominciano le conversazioni da cui prende il titolo il libro di Moczarski.
Nel marzo 1952 Stroop verrà giustiziato, e pochi mesi dopo Moczarski sarà condannato a morte in quanto “nemico dello Stato”. La condanna sarà poi commutata a carcere a vita (senza che gli venisse comunicato) e poi, nel 1956, in seguito all’Ottobre Polacco del 1956, con l’inizio della de-stalinizzazione, sarà del tutto cancellata. Moczarski verrà rilasciato e potrà tornare alla vita di sempre.
La storia è raccontata in questo stupendo cortometraggio animato, creato da Fumi. Si intitola Moczarski’s case. Con una musica violenta e allucinata si seguono tutte le fasi delle due vite di Moczarski, dalla guerra contro i nazisti all’imprigionamento sotto Stalin, fino all’incontro con il boia. E poi, per fortuna, la liberazione.