Ci fu un tempo in cui gli inglesi parlavano in modo molto educato ma dicevano cose molto volgari. È l’epoca vittoriana: ogni volta che, in qualche conversazione, occorreva affrontare argomenti scabrosi come la morte, il sesso e le funzioni corporali, la soluzione preferita era ricorrere alla nobile arte dell’eufemismo. Dire bene, dire meglio: la parola diventa più leggera, più accettabile del suo significato. E così si salvava la forma e si riusciva comunque a sostenere conversazioni di sostanza.
Il mondo dell’eufemismo vittoriano è una selva oscura difficile da esplorare. A meno che non si disponga di una mappa apposita, come l’infografica preparata dall’Oxford University Press. Ogni parola volgare poteva essere sostituita, e lo era. E ogni nuova espressione, molto più pacifica e tranquilla, permetteva al concetto di entrare nella conversazione, ritagliandosi il giusto spazio che meritava. Accadeva così che un uomo brutto avesse “una faccia con le staffe”. Che per indicare il fondoschiena di qualcuno si dicesse “cooler” (ahinoi molto simile all’italiano/francese/spagnolo ben più volgare), e che il “fumbler”, cioè l’imbranatone, assumesse un significato specifico, quasi tecnico: quello di “impotente”.
Ce ne sono tanti, molti raggruppati e spiegati da questa infografica:
Featured image credit: “Victorian Ladies Fashion 1880s” by JamesGardinerCollection. CC0 1.0 Public Domain via Flickr.