Occident Ex-PressNiente soldi, tanto lavoro, poche vacanze: è l’estate più precaria di sempre

Chi va in ferie in un agriturismo, lavorando. Chi resta in città, dove la mensa della Caritas rimane aperta. Chi si prepara un itinerario complicatissimo per tornare nel proprio paese a costi ragionevoli

C’è chi ha trovato la soluzione: Matteo, ex cartolaio di Milano ora dipendente di un negozio di mobili, parte la settimana prossima – in piena alta stagione – per un agriturismo abruzzese. Dove in cambio di vitto, alloggio, leccornie tipiche e panorama mozzafiato spesati gli verrà chiesto di collaborare. In cucina alla sera, nei bagni al pomeriggio, nella stalla e in giardino presto alla mattina. Per la serie: se non posso andare alle vacanze allora le vacanze (altrui) verranno a me.

La disuguaglianza è vedere un uomo nello spazio mente un altro aspetta un tozzo di pane in coda alla mensa dei poveri”. È questa la definizione che ne fornisce il professor Atkinson, creatore dell’indice che porta il suo cognome e che, assieme all’indicatore di Gini, è ancora oggi lo strumento più utilizzato da economisti e sociologi che studiano le disuguaglianze nel mondo.

“La disuguaglianza è un uomo nello spazio mentre l’altro è alla mensa dei poveri” dice Atkinson. E un uomo a Milano mentre l’altro è a Formentera che cos’è?

Ma non serve andare nello spazio. Potremmo dire, parafrasando l’americano, che anche un uomo in coda alla mensa dei poveri mentre un altro è Formentera non è che sia proprio giustizia sociale. E quest’estate, a Milano, le mense dei poveri sono piene. Più piene del solito. Per una semplice ragione che a qualcuno è sfuggita: sono aperte. Negli anni passati molte strutture convenzionate con il Comune di Milano chiudevano i battenti, ad Agosto, per mancanza di volontari che distribuiscono vestiti e ranci. Quest’anno l’assessorato alle politiche sociali ha chiesto un “favore” e poi ha precettato chi non voleva essere gentile con l’istituzione. I volontari si troveranno e se non si trovano si paga qualcuno che ha problemi ad andare in vacanza e rimane in città per lavorare.

Non come Alina che vive in una comune abitativa ma le vacanze se le farà lo stesso. La donna Ucraina è un’inquilina dell’Aldo dice 26X1, la recente occupazione abitativa in zona corvetto – dopo lo sgombero dal palazzo ex Alitalia di Sesto Marelli a giugno – realizzata dentro uno studentato abbandonato da 8 anni. Qui ora un po di gente ci vive e parlare di ferie è un argomento delicato. Alina parte per la Crimea dove va a trovare i parenti ma, pur di risparmiare sul viaggio, il suo itinerario è un incrocio fra Bla Bla Car e “Il giro del mondo in 80 giorni”.

Alina torna in Ucraina ma per risparmiare il suo itinerario è un incrocio fra Bla Bla Car e “Il giro del mondo in 80 giorni”. Matteo va in ferie in un agriturismo abruzzese dove non paga nulla. Perché ci lavora

Laura ha menisco e crociato in condizioni critiche quindi in vacanza ci va, sì, ma al Galeazzi, al centro ortopedico e dai suoi medici. All’Aldo dice 26X1 qualche bambino di buona volontà si è gonfiato la piscina e la Milano Marittima se l’è fatta in casa. Beato lui che non conosce invidia sociale.

A differenza dell’esercito di camerieri senza clienti che ogni estate affollano gli ingressi di pizzerie e ristoranti fumando e maledicendo il boss che alle 11 di sera ancora non vuole abbassare la serranda. Per loro non è una questione di soldi. Ma di aver fatto promesse a datori di lavoro e colleghi con maggior anzianità. «Ti sostituisco io» quella frase pronunciata ad aprile a mezza voce per sembrare disponibili convinti che sarebbe rimasta senza conseguenze nel mondo reale. La gentilezza la si paga, sempre. Ne fermiamo un paio in corso Lodi: «Io lavoro quando gli altri vanno in ferie e vado in ferie quando gli altri lavorano. Dimmi tu se ti pare giusto?».

Dovremmo chiedere al professor Atkinson.