Nuova frontiera per le smart city: una rete per l’internet delle cose

Le reti già esistenti non sono adatte per la nuova tecnologia: serve un’implementazione. Alcune start-up sono pronte e se ne stanno già occupando

Provate a immaginare una rete radio diffusa in tutta la pianura Padana, da Milano a Vicenza a Bologna. Una rete simile a quella cellulare di oggi, ma con singole aree di copertura ben più ampie, fino a quindici chilometri di raggio. Una rete connessa a Internet, ma non per accedere al web o alla posta elettronica. Riservata non alle persone ma alle cose. Per esempio, a miriadi di sensori sul territorio. Per la misura della qualità dell’aria, per l’irrigazione e l’agricoltura, per mappare i parcheggi disponibili, per ottimizzare la raccolta dei rifiuti, per le tele letture dei contatori di gas, elettricità e acqua. E tanti altri servizi ancora da inventare.

Domenico Arpaia, ingegnere napoletano con un passato in Ericsson impegnato nelle tecnologie per terminali, da due anni guida OrbiWise, di cui è co-fondatore. La startup, premiata più volte e basata a Ginevra, è in pieno boom. “In questo momento – dice – ci arriva più lavoro di quello che possiamo svolgere. E per questo stiamo assumendo persone che possano aiutarci”.

OrbiWise ha introdotto, fin dal 2014, una sua architettura di rete per l’Internet delle cose. “In questo campo ovviamente non ci siamo solo noi – spiega Arpaia – In realtà è una nuova industria che sta emergendo. L’Internet of Things o IoT è la seconda ondata di Internet. La prima ha connesso le persone. Per la seconda si prevede che verranno connessi 50 miliardi di oggetti. Dai contatori ai sensori di varia natura nell’agricoltura, ai localizzatori di oggetti, fino ad applicazioni più evolute, come la Smart Grid.”

Però le reti esistenti non sono molto adatte alla futura IoT. Le reti cellulari, ad esempio, richiedono molta energia, i dispositivi riceventi devono avere a bordo batterie potenti, con cicli di vita che saranno quindi limitati. Se poi andiamo sul Wi-fi vediamo che ha un range di comunicazione molto breve. Per una copertura vasta il Wi-Fi non sarebbe pratico, sarebbero necessari troppi punti di accesso. “Quindi abbiamo sviluppato un sistema di radiocomunicazione ottimizzato per gli oggetti, con un raggio di comunicazione, tra la stazione fissa e gli oggetti, molto grande, anche di più delle reti cellulari. Allo stesso tempo, il consumo di potenza della stazione e dei dispositivi è molto minore. Più basso del Wi-Fi e anche del Bluetooth. Oltre a questi vantaggi offerti dalla tecnologia di radiocomunicazione, noi di OrbiWise abbiamo creato alcuni tool software sofisticati per la gestione della rete. Così operatori e utenti della rete hanno molteplici possibilitá per ottimizzare la comunicazione tra la rete e i dispositivi.

Partecipiamo a un organismo di standardizzazione chiamato LoRa Alliance, che sta crescendo a 200 aderenti. E insieme abbiamo contribuito a scriverne le specifiche.

C’è una grande esplosione in atto. Per questo oggi stiamo cercando di allargare l’azienda, assumendo persone qualificate. Siamo a un punto di svolta. Un numero sempre maggiore di aziende hanno capito la necessità di sistemi di comunicazione specializzati per l’Internet delle cose”.

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