In principio fu il dottor Gustav Zander, medico ortopedico svedese di Stoccolma, con la sua passione per l’insegnamento dello sport e lo studio della meccanica del corpo. Poi, nel 1857, vennero le sue macchine. Il dottor Zander figura, nella storia, tra gli inventori della meccanoterapia: non solo studiò i movimenti del corpo, non soltanto inventò una serie di esercizi consigliata ai pazienti, ma soprattutto creò degli strumenti e macchinari perché potessero svolgerli al meglio.
Si trattava di trabiccoli fatti di legno, cinghie e pesi e contrappesi. Era tutto una novità: compresa l’idea, in alcuni ambienti considerata bizzarra, che il semplice movimento, regolare e calibrato, potesse essere utilizzato in ambito terapeutico – sono tempi in cui era ancora praticato il salasso e, quasi sempre, la quiete totale. Le macchine del dottor Zander erano un passo ulteriore in avanti: permettevano di compiere i movimenti corretti anche in assenza del medico, offrendo perfino una spinta di resistenza (ideale per il rinforzo muscolare).
Dopo aver messo a punto i suoi prototipi, istituì – con i soldi pubblici – il Therapeutic Zander Institute a Stoccolma, dove migliorò gli stumenti: vennero aggiunti pistoni a vapore e poi, nel 1868, anche motori elettrici rudimentali. La sua trovata ebbe un grande successo (e lo si può misurare ancora oggi, guardando alla diffusione di macchinari e palestre): nel 1911 erano state aperte oltre 300 palestre del dottor Zander – una era addirittura sul Titanic.
Tutte le immagini, vestiti compresi, sono tratte dal manuale del dr Zander, la sua “Medico-mechanische Gymnastik”