Russia, la strada è un colabrodo: la rimettono a posto i contrabbandieri

Il traffico al confine con la Bielorussia è importante, ma troppo lento. Lo stato delle strade è pessimo e i banditi che basano sull’import-export illegale si trovano in difficoltà. E allora, visto che lo Stato non c’è, ci pensano loro

Quando non ci arriva lo Stato, bisogna lasciar fare all’iniziativa dei privati. Lo hanno capito anche nella ormai ex comunista Russia. Qui le condizioni pessime di una strada, trascurata dagli enti locali, hanno costretto all’azione un gruppo di privati cittadini che, con buona volontà, hanno riparato le buche e hanno provveduto anche a un allargamento. Con un solo problema: non erano volontari, ma contrabbandieri.

I loro traffici, fa notare l’agenzia di stampa russa Tass, erano impediti dallo stato precario del manto stradale della strada che collega Russia e Bielorussia nella regione di Smolensk (senza controlli alla frontiera). I camion non riuscivano a passare, sobbalzavano a ogni buca, rallentavano, mettevano a repentaglio il carico. In più, c’era il rischio di venire pescati dalla polizia.

Del resto, da quando l’Occidente ha posto le sanzioni contro la Russia, e la Russia in tutta risposta ha eretto il bando per alcuni generi alimentari occidentali, il via-vai dei commerci clandestini ha fatto il botto: solo nel 2015 sono stati individuati 73mila veicoli che hanno attraversato il confine di nascosto (cioè, la punta dell’iceberg). Ad agosto un camion è stato fermato con a bordo 175 tonnellate di mele, pesche, prugne e ciliegie della Polonia, per un valore di 200mila dollari.

Di fronte alla grandezza dell’affare, si capisce allora la necessità di una rete di comunicazione efficiente. Anche perché se avessero aspettato la burocrazia russa la strada sarebbe stata pronta dopo la caduta del nipote di Putin.

“In teoria dovremmo ringraziarli”, dice uno dei residenti al giornale russo Ria Novosti. Per un certo tempo avevano visto camion nella zona trasportando materiali di costruzione. E ogni volta che chiedevano di cosa si trattasse, ricevevano risposte evasive: “Lavoriamo per un imprenditore”, senza dire nulla di più.

Come era inevitabile, però, la nuova strada è stata scoperta dalle autorità, bloccata e posta sotto presidio. Di lì, i camion non possono più passare. E nemmeno tutti gli altri. Una beffa, in fondo: ora che è agibile, non si può nemmeno utilizzare.

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