Le parole sono pietre. Ma possono essere anche boomerang. Il povero Donaldo non ci ha pensato quando, nel terzo e ultimo dibattito televisivo con Hillary Clinton, l’ha definita una “nasty woman”. Alla lettera, una “donna odiosa”, o “disgustosa”. Insomma, una brutta persona. Ma ha commesso un errore e, senza volerlo, le ha fatto un complimento.
La parola nasty ha una storia interessante: appare in inglese intorno al 1400 e ha un’origine sconosciuta. Secondo i linguisti, potrebbe derivare dal francese nastre, cioè “malevolo, invidioso, sporco”, forma abbreviata di villenastre “cattivo, infame”, a sua volta derivata da vilein, cioè il villain+ astre, suffisso peggiorativo. Insomma, una contadinaccia sporca, invidiosa e ignorante.
La parte più interessante arriva dopo. In inglese la parola mantiene il suo significato e il suo sapore, piuttosto nauseabondo. Se qualcosa è “nasty ” è senza dubbio negativa, schifosa, orrida. Come spesso succede, però, le parole fanno come la vita: prendono pieghe improvvise, trovano soluzioni inaspettate e, con capitomboli e rimbalzi finiscono per procedere all’incontrario. E così avviene che nel linguaggio informale, più o meno giovanile, più o meno gergale, nasty venga a significare qualcosa come “eccellente”, “grandissimo”, “ottimo”.
Tutto si spiega con il fatto che, nella vita, non proprio tutto ciò che è sporco e disgustoso è anche negativo. Per capirsi: quando si dice che “Jessica acted nasty in the bedroom” si vuol dire che “Jessica, a letto, è stata una zozzona”: a parte i timorati di Dio, tutti capiscono che to act nasty in certe situazioni può essere una cosa molto buona e che essere schifosi non sempre vuol dire essere spiacevoli. Anzi.
Da qui in poi, allora, il significato ha perso la sua connotazione sessuale e si è esteso a tal punto che una frase come “Garrett is nasty at basketball”, se detta con il giusto tono, vuol dire che “Garrett è bravissimo a pallacanestro” e non che, invece, è una pippa. E se “Jessica makes a nasty omelette” vuol dire che la frittata di Jessica è deliziosa, buonissima. Ciò non deve stupire, succede sempre. Anche in italiano. Si pensi solo che una parola come “formidabile”, dal significato positivo indiscutibile, deriva dal latino formidabilis, cioè spaventoso, terrificante. E con il tempo, cioè con il limarsi del significato, con l’imporsi di un uso iperbolico o ironico, ha cambiato segno.
Si capisce allora perché Trump, affibbiando alla Clinton l’epiteto di “nasty woman” abbia messo un piede in fallo. Voleva dire che è una persona terrificante e spaventosa. Ma le ha detto, invece, che è una donna formidabile. Ma si sa, i politici ne dicono tante.