Che non fosse solo un’emozione, lo si era capito da tempo. La paura è un sentimento complesso, ampio e profondo. Un’arma di difesa che mette in modo meccanismi fisici e cerebrali, raffinata per migliaia di anni d’evoluzione, in modo da salvarci la vita. Meglio lasciar fare all’istinto, cioè alla paura improvvisa, che finire in un burrone.
Lo spiega il neuroscienziato newyorkese Joseph LeDoux, in un video in cui illusta la scienza della paura. Questo:
Tutto molto complicato: il cervello è in grado di riconoscere le minacce potenziali ed emettere al volo quelle sostanze che ci possono mettere in salvo, cioè adrenalina e cortisolo. Del resto, se li si guarda dal punto di vista chimico, anche i comportamenti classici associati alla paura (battito accelerato, palmi che sudano) sono effetti dell’entrata in circolo di questi ormoni, che preparano il corpo ad affrontare il pericolo: o restando immobilizzati dal terrore (risposta istintiva che ci accomuna agli animali che vedono la salvezza nella mimetizzazione) o dandosi alla fuga – o, ancora, organizzandosi per uno scontro.
È un evento automatico, una reazione incontrollabile. Un aspetto della nostra natura che, essendo istintivo, interviene con gli stessi sintomi anche quando i pericoli, reali, non ci sono. Lo sa bene chi nella vita, ha dovuto sostenere esame importanti (terrore e istinto di fuga) o, peggio ancora, proclamare dichiarazioni d’amore.