C’è molta confusione sul pianeta delle scimmie, almeno in inglese. Come tutti sanno, si può dire monkey ma anche ape. Sono due parole diverse e sono anche due concetti diversi, anche se la differenza è difficile da stabilire. Gli stranieri la ignorano, ma anche i madrelingua non hanno le idee chiare.
Secondo gli esperti, monkey è riferito a scimmie di dimensioni ridotte, con la coda (e che la usano come strumento per mantenere l’equilibrio mentre si arrampicano), e che vivono sia sugli alberi che sulla terra. Ape invece sono scimmie di grosse dimensioni, senza coda, il cui habitat è sulla terra e non sulle piante. Attenzione, però: ci sono eccezioni. I macachi non hanno la coda, ma sono monkey, e i gibboni sono di piccole dimensioni, ma sono ape.
Cambia anche il loro stile: le scimmie monkey, per struttura, hanno le spalle strette e non possono spostarsi di ramo in ramo. Somigliano, in questo senso, ad altri mammiferi, come cani e gatti. Le scimmie ape, invece, si lanciano senza problemi. E – va detto per spirito di completezza – lo fa anche l’uomo.
Nella lingua, però, queste differenze si perdono. Soprattutto nelle frasi fatte. Se qualcuno fa monellerie di continuo, si può chiedergli di smettere con Quit monkeying around, che alla lettera sarebbe “smettila di fare la scimmia”. Ma se she is just aping his movements, si vuol sottolineare che “lei sta soltanto imitando i suoi movimenti” – e, si potrebbe aggiungere, “come fanno le scimmie”. Come si vede, sono sfumature. L’unica certezza, tra monkey e ape, tra code e rami, se si parla di scimmie, non se ne parla bene. Qualsiasi parola si usi.