Tutte i Paesi anglosassoni si insultano tra loro, ogni Paese anglosassone si insulta a modo suo. Nel caso dell’Inghilterra, poi, esistono parole – parolacce, sia chiaro: da non imparare e soprattutto da non ripetere – tipiche del mondo british, insulti che anche gli americani capiscono (o fanno finta di capire) ma che non sanno usare e piazzare nel contesto giusto. Chi pensa che, come accade nei film, ci si accontenta di un semplice f**k, si sbaglia di grosso.
Qui sotto, seguendo un tread piuttosto sboccato di Reddit, sono elencati i 10 insulti inglesi che solo gli inglesi sanno capire (o meglio, apprezzare davvero nella loro efficacia)
Twat
Altro non sarebbe che un modo per indicare i genitali esterni femminili. Traducibile in un italiano fedele con “mona”.
Bellend
Anche qui, ci si aggira sempre nell’ambito sessuale: è un modo poco carino per indicare il glande. Vista la sua parte finale (diremmo: apicale) della struttura del pene, sarà ben tradotto con “testa di cazzo”.
Mug
Un altro modo per dire, in forma abbreviata, mother-fucker (si salva il suono “m” e la “g” deriva da “ck”), che in italiano si può rendere con un pacato “figlio di puttana”
Plonker
Insulto molto leggero (in certi contesti, non viene nemmeno percepito come tale). Deriva dall’abitudine molto inglese di ubriacarsi fino al midollo, spesso con alcolici di pessima qualità: il plonk era il vino a basso prezzo, per cui il plonker era l’avvinazzato da Tavernello. Traduzione: libera.
Muppet
Incompetente, incapace, stupido, privo di logica, tonto in modo fastidioso. Deriva proprio dai Muppets, i pupazzetti inventati da Jim Henson e famosi in tutto il mondo.
Knobhead
Una simpatica variante di dick head, traducibile anche qui con “testa di cazzo/minchia”. Knob indica, anche qui, il glande. Per cui, a seconda della gravità, al momento della traduzione si può entrare nel mondo della “cappella”, privilegiando utilizzi e declinazioni diverse.
Tosser
Una persona troppo dedita alla masturbazione – cosa che poi si riverbera sulle sue capacità cognitive, indebolendole. La parola deriva da “toss”, che significa “lanciare” ma anche “rigirare, mescolare, voltare”, riferendosi al movimento tipico di chi sceglie di darsi piacere da solo. Alla lettera è traducibile con un vano “segaiolo”, anche se l’espressione italiana risulta poco aderente alla duttilità dell’originale inglese.