Quel bel film che è Fantasia, oltre a spremere le meningi dei disegnatori, ha anche spremuto le finanze dei suoi creatori. E allora la Disney, per non finire in bancarotta, è stata costretta a firmare un contratto con il governo Usa per creare 32 corti animati di propaganda pro-America per appoggiare lo sforzo bellico. Nascono così i film in cui Paperino parla male dei nazisti (ad esempio in The Spirit of ’43 e Der Fuehrer’s Face), con messaggi di pace e sostegno alle truppe statunitensi.
Una eccezione – o meglio, una strana produzione – è invece Education for Death: The Making of Nazi, un film uscito nel 1943, che alza il livello della qualità in modo insolito per quel tipo di cartoni animati. È basato su un libro di Gregor Ziemer, autore americano che visse a lungo in Germania e conobbe l’avvento del regime di Hitler. Dalla sua esperienza personale trasse due libri, appunto Education for Death e Hitler’s Children, anche questo destinato a diventare un film (ad opera di Edward Dmytryk).
Nel film (come nel libro) si mostra come la propaganda nazista riesca a insediarsi nelle povere e innocenti menti dei bambini e come riesca a conquistarle, volgendole a seguire gli ordini di Hitler. Non è una cosa così strana: è il modo con cui viene plasmata la coscienza delle giovani generazioni, cioè secondo ideali politici e ideologici che al bambino appaiono del tutto normali. Una descrizione così accurata che alcuni brani sono stati presentati al processo di Norimberga come capi d’accusa.