Consigli per litigare in coppia senza distruggere la coppia

Vivere insieme è difficoltoso. I contrasti sono all’ordine del giorno, i litigi esplodono per un nonnulla. Spesso si riesce a riparare, a volte lasciano ferite e graffi destinate a spaccare la relazione. Istruzioni per correre ai ripari prima che arrivi l’apocalisse sentimentale

Nel peggiore degli scenari, cominciano a volare piatti, si distruggono mobili e si minaccia il divorzio (o, se non si è sposati, la fine della relazione). Altrimenti, da persone mature, si supera la crisi. Anzi, il litigio sarà servito a scaricare la tensione, mettere in chiaro alcune priorità, creare le premesse per fare la pace. Litigare in coppia può essere anche romantico – ma occorre saperlo fare bene. Come in ogni relazione, esiste il fair play. E quando si gioca pulito, anche le discussioni scorrono via senza lasciare graffi. Altrimenti, vabbe’, ci sono le zuccate di Zidane. Qui ci sono 11 consigli (o meglio, dieci + uno) per affrontare con intelligenza le litigate di coppia. Qui sotto, un comodo riassunto:

Come prima cosa, ci vuole un po’ di introspezione. Quali sono le cose peggiori che si commette quando si litiga? Gli atteggiamenti più meschini, le frasi più offensive? Questo è un punto importante. Bisogna lavorare su di sé, individuare gli aspetti di cui, passata la rabbia, ci si vergogna di più, e cercare di limarli. Meglio non tirarli fuori e stare attenti.

Al termpo stesso, oltre alle brutte reazioni, capire quali sono le provocazioni cui non si riesce a resistere. Quali frasi, quali atteggiamenti suscitano più irritazione? Quali sono i “grilletti” della rabbia? Vanno conosciuti e messi a tacere. Infine, imitare gli altri: quali sono gli aspetti del partner che si ammirano di più? La freddezza nelle discussioni? La capacità di saper cogliere sempre nel punto? Ecco: segnare e imparare. Solo così si avrà una situazione di parità e maturità nel litigio. Ma questo è solo l’inizio.

Nel corso della litigata, ci vuole un poco di disciplina. Prima di tutto, non dire “sempre” o “mai”. come nell’esame della patente, così nella vita di coppia sono parole che non funzionano. Meglio, invece, insistere su “io”, sottolineare cioè la propria visione delle cose. Questo, per paradosso, aiuterà a rendere il clima più disteso, perché esalta il punto di vista dell’individuo e non mette in discussione le abilità dell’altro. Vietate anche le frasi come “non posso crederci che..”. La cosa più importante è comunicare che, nonostante le divergenze di vedute, il rispetto e la stima per l’altro (anche se offuscati in via momentanea) sono sempre vivi.

I peggiori nemici sono i “quattro cavalieri dell’apocalisse”, come li definisce John Gottman, uno che ha passato la vita a studiare le relazioni di coppia e i loro problemi. In ultima analisi, spiega, ha raggruppato i peggiori nemici di un buon rapporto in quattro categorie: la critica, il disprezzo, la difesa, il muro.

La critica, come è ovvio, è quella diretta al partner e non al fatto in questione. Può prendere la forma dell’insulto o della pessima frase “ti dimentichi sempre”, etc. È uno degli ingredienti più disastrosi in una discussione. Segue il disprezzo, come “sei un idiota”, che non può certo condurre a una pacifica risoluzione del conflitto. La difesa consiste nel non riconoscere le proprie colpe, nel togliersi di dosso la responsabilità delle azioni. È una fuga dalla discussione che può solo esacerbare gli umori. Ma il vero, grande nemico di tutte le coppie è il muro, cioè non entrare proprio nella discussione, evitare il confronto: “di questo non ho intenzione di discutere”. È la bomba finale, silenziosa ma distruttiva, gravissima per la coppia: non solo non si riconosce la validità del punto di vista del partner e tantomeno le sue argomentazioni, ma peggio ancora, non si riconosce il partner come interlocutore valido. È antipatico da fare in politica, è tossico in coppia. Spesso, quando si arriva in situazioni del genere, la relazione è già (quasi) finita.

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