Per generare energia sfruttando il calore proveniente dal sottosuolo, non esiste modo migliore che scavare un profondo pozzo all’interno di un vulcano.
Questo è quanto l’Islanda sta tentando di fare. La BBC ha recentemente dedicato un servizio all’Iceland Deep Drilling Project. Attualmente, le operazioni di perforazione hanno raggiunto i 4.5 chilometri di profondità, e dovrebbero raggiungere il traguardo di 5 chilometri entro la fine dell’anno. La speranza è raggiungere un profondo pozzo di roccia ed acqua calda che, con temperature fino ai 500 °C, produce vapore supercritico.
La maggior parte dei pozzi geotermici si ferma a tre chilometri di profondità. Qualora il team riuscisse ad accedere alle parti più calde e profonde del pianeta, un impianto geotermico potrebbe arrivare a produrre fino a 10 volte la quantità di energia prodotta da una normale installazione. Ciononostante, resta da chiarire quanta energia questo particolare pozzo potrebbe arrivare a produrre, perché il progetto è, almeno per il momento, un esperimento.
Altri paesi osserveranno con interesse gli sviluppi di questo esperimento. Il Regno Unito potrebbe essere interessato ad acquistare gli esuberi di energia dell’Islanda attraverso una rete di distribuzione sotterranea.
La speranza è raggiungere un profondo pozzo di roccia ed acqua calda che, con temperature fino ai 500 °C, produce vapore supercritico
L’Islanda, infatti, potrebbe presto avere energia in eccesso. Data la sua conformazione geologica, il paese è un naturale sostenitore dell’energia geotermica, e genera così almeno il 25 percento della sua elettricità. Un nuovo insieme di centrali supercritiche potrebbe portare a un rapido incremento di capacità produttiva.
Nel frattempo, altri paesi stanno contemplando l’ipotesi di sfruttare a loro volta il calore del pianeta. Attualmente, il Giappone si sta imbarcando in una scommessa per la costruzione della più grande stazione geotermica al mondo nella provincia indonesiana della Sumatra Settentrionale, mentre il Kenya sta guardando sempre più al sottosuolo per il proprio approvvigionamento energetico, con circa 1.000 megawatt di energia geotermica alle porte di Nairobi.
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