Se anche andare su Internet fa male all’ambiente

Non è una novità, ma ogni clic provoca il rilascio di sostanze dannose nell’ambiente. Il consumo di elettricità aumenta l’inquinamento, a meno che non ci si serva di energia rinnovabile. A sorpresa, le grandi aziende del settore lo fanno

Cliccare inquina. Ogni volta che si usa internet si utilizza elettricità: questo provoca inquinamento, inodore e invisibile. Ma pur sempre inquinamento. La rete insomma non è pulita, nemmeno in questo senso. E Greenpeace lo scrive in un rapporto pubblicato il 10 gennaio: “Se internet fosse un Paese, sarebbe il sesto consumatore mondiale di energia”. Cioè sarebbe la Germania, almeno stando a questa classifica sul 2015.

Il nodo più critico, sotto questo aspetto, è quello dei data centre, che altro non sono che i luoghi fisici in cui sono conservati i dati di tutti gli utenti della rete. Nonostante internet sia (appaia) immateriale, le informazioni vengono custodite in enormi server, che per funzionare richiedono molta energia elettrica e, soprattutto, un sistema di raffreddamento ancora più oneroso in termini di consumi. Ogni utilizzo della rete (messaggio, post, video) richiede l’impiego di energia elettrica, la quale a sua volta provoca un consumo e, infine, un inquinamento. Per capirsi, tutte le visualizzazioni di Gangnam Style messe insieme, cioè oltre 27 miliardi, equivalgono al consumo di un anno di una piccola centrale elettrica.

Ci sono però delle note positive. Come sottolinea lo stesso rapporto di Greenpeace, esistono aziende che, per alimentare i propri parchi di server, si servono di energie provenienti da fonti rinnovabili. Una di queste è Yahoo!, in cui il 74% dell’energia è rinnovabile. Google è al 56%, Facebook (più Instagram) è al 67%. Netflix? È molto indietro, e così anche Twitter. Per questo motivo Greenpeace chiede ai suoi simpatizzanti di fare pressioni su queste aziende per incoraggiarle a prendere il cammino, sempre più battuto, delle rinnovabili.

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