Attenzione: adesso le fake news le fabbricano i nemici di Trump

Secondo la vulgata, le fake news avrebbero aiutato la vittoria di Trump alle elezioni. Adesso però sembra che ne vengano sfornate di nuove proprio contro il presidente. E in tanti ci cascano

Contrordine, il vento è cambiato. Le fake news (se mai davvero esistono) non sono solo roba del popolo di destra, quello razzista-bigotto-illetterato e che vota Trump. La verità (ah, la vecchia verità) è che adesso le fake news le fanno anche dall’altra parte. Cioè anche dalla parte di quelli contro The Donald. Ma come.

(Immaginare lo stupore sui volti di guru del tech come Severgnini, Mentana e Riotta).

Come fa notare questo articolo di Wired, in rete cominciano a girare teorie bizzarre che cercano di spiegare ai clintoniani ancora sotto shock le vere ragioni delle politiche di Donald Trump. Ad esempio quelle sottese al blocco all’immigrazione. Perché – è chiaro – la vera ragione alla base del provvedimento del governo non è quella ufficiale, cioè che Trump lo ha promesso in campagna elettorale e lo fa, as simple as that, per rimodulare i parametri di accettazione e restringere le regole dell’accoglienza dei rifugiati. La verità (ah, la verità) sarebbe un’altra, e la illustra un post comparso su Medium e visualizzato da circa cinque milioni di persone, con migliaiaia e migliaia di like. The Donald, si sostiene, con la scusa del ban sta mettendo in piedi un colpo di Stato. Meglio ancora: sta facendo una prova tecnica di colpo di Stato: provoca le istituzioni, ne osserva le reazioni e ne trae le conseguenze. Più o meno, per dirla in termini manageriali, è un test di fattibilità del colpo di Stato.

Suggestivo? Molto. Vero? Per nulla. Per dirla in due parole, si tratta di una fake news. Oh sì. Il post continua: “Non c’è niente di più grave: tutte le discussioni sul fatto che i provvedimenti X o Y siano incostituzionali o no non significano nulla se gli esponenti del governo li eseguono comunque, ignorando i tribunali”. E i tribunali però non sono stati ignorati. Il piano diabolico di Trump ha anche un altro obiettivo: scoraggiare le proteste. La cosa più furba è diffondere provvedimenti assurdi e pirotecnici, provocare le loro reazioni e poi, quando tra qualche mese saranno più stanchi, passare alle vie di fatto. Cioè leggi più serie e pericolose. Nessuno vorrà scendere in piazza (“ancora?”) e lui avrà mano libera per demolire lo stato di diritto americano.

Una teoria funambolica, affascinante, immaginifica. Vera? Oh no. Ma è comunque confortata da un altro post molto diffuso in rete, intitolato: The Immigration Ban is a Headfake, and We are Falling for It. Capito? È tutta una balla, una montatura. Trump gioca a diffondere caos e confusione, per disorientare gli avversari e colpire meglio quando sarà arrivato il momento giusto. Possibile? Ma no.

A quanto pare un blocco ai Paesi musulmani (già avvenuto, nel silenzio generale e limitato solo all’Iraq, nel 2011) appare così scioccante che molti americani non riescono a considerarlo vero. Appare incredibile allo stesso modo, sempre agli stessi americani di prima, che Trump non abbia ancora provato a instaurare la dittatura, evento dato quasi per certo dalle testate filo-clinton (cioè quasi tutte) prima delle elezioni. La realtà, come appare ogni giorno di più, è diversa dalla fantasia e, soprattutto, è diversa dalla propaganda. E allora cosa resta da fare se la realtà non corrisponde alle proprie aspettative? Semplice: la si inventa.

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