Ma come fa Facebook, ci si chiede, a sapere in anticipo quello che vuoi vedere? Come lo capisce? La risposta è sempre la stessa: c’è un algoritmo. Bene. Ma come funziona? Cosa valuta? Quali parametri utilizza? La risposta, sempre la stessa, è: non si sa. E non si può nemmeno sapere con precisione perché è un segreto industriale. Però un’idea ce la si può fare, utilizzando – ad esempio – Data Selfie.
È una estensione di Chrome, navigatore web sviluppato da Google (per usare Google), che mostra in tempo reale come Facebook, servendosi degli algoritmi che imparano da soli per creare un’esperienza personalizzata, gli tagli su misura il contenuto che potrebbe piacergli.
La app studia le interazioni dell’utente su Facebook, “impara” le sue abitudini social (chi guarda, cosa guarda, quanto a lungo, dove clicca, cosa gli piace, quello che scrive) e ne trae le conseguenze. Più o meno così:
In sostanza mostra quello che fa Facebook riproducendolo, in modo più o meno esatto. Fa capire quali sono i dati sensibili, mostra quali scelte dell’utente vengono osservate e studiate, e i like ritenuti decisivi per catalogarlo (ad esempio per inquadrarne le simpatie politiche, o capire se gli piacciono i gattini o no). E può fare un po’ paura.