Fuori dalla Siae? Fuori dal Festival. A Sanremo scoppia il caso

Gli artisti eliminati nella prima giornata sono stati Nesli e Alice Paba, Raige e Giulia Luzi. Nella seconda Ron e Gigi D'Alessio. Cos’hanno in comune? Sono passati a Soundreef, lasciando la Siae. Ma forse il vero scandalo è il sistema di voto

Sanremo è finito. No, non intendo per sempre. Questa edizione del Festival della Canzone Italiana è finita. Il tempo di capire quali delle canzoni presentate in gara sopravviverà al gusto del pubblico e dei direttori artistici delle radio. Il tempo di vedere le prossime classifiche, quindi. Il tempo di sapere meglio chi è Francesco Gabbani. Il tempo di veder pubblicati gli ultimi articoli, le analisi, i consuntivi, e si torna alla vita reale.

Vita reale fatta di musica, di quello mi occupo. Ma anche di sistema, a voler essere un po’ più analitici. E quel che si denota da questa edizione contiana, non è solo la vittoria sorprendente di Gabbani, perché le sue quotazioni sono salite esibizione dopo esibizione, a riprova che lo spettacolo che si mette in scena non solo aiuta, ma a volte è fondamentale, lui unico a portare un po’ di show in un’epoca in cui il divismo femminile è stato letteralmente messo da parte, se si esclude il look semplice ma profondamente sexy di Paola Turci, con Meta vincitrice per chi scrive di questa edizione (si parla di quel che succederà di domani, ovviamente, non della classifica finale). Quel che si nota è, come si è detto, più la rottamazione di quelli che in effetti potrebbero a giusto merito, essere considerati Big. Al Bano, Gigi D’Alessio e Ron scartati dalla gara finale e la stessa Fiorella Mannoia, sempre data per vincitrice, battuta dal tizio con lo scimpanzé.

Una lettura un pochino più attenta, però, dei dati di voto potrebbe suggerire altro.

Subito dopo l’eliminazione, diciamolo apertamente, piuttosto clamorosa di Ron, Al Bano e soprattutto Gigi D’Alessio, artista con una grande fanbase e anche con molti followers sui social, al DopoFestival Linus, presente tra gli ospiti e membro della fantomatica giuria di qualità, si era lasciato andare a una divertente supercazzola. Divertente non tanto per i contenuti, appunto supercazzoluti, quanto per la forma. Trovatosi nel posto sbagliato nel momento sbagliato (non a caso, ridendo, Savino, presentatore del programma, aveva parlato dell’invito rivolto a Linus a prendere parte al DopoFestival come a una “bella polpetta avvelenata”), Linus non aveva ovviamente esplicitato l’orientamento del voto della Giuria di Qualità, ma si era detto stupito e anche dispiaciuto per l’eliminazione di quei nomi. Incalzato, anche dal sottoscritto, aveva in qualche modo schivato le accuse di essere stato, coi colleghi della fantomatica giuria, gente del calibro del regista Paolo Genovesi, della Youtuber Greta Menchi, dell’attrice Violante Placido, e di gente che con la musica sanremese ha molto a che vedere, come lo stesso Linus, a capo del solo network non presente a Sanremo, e Giorgio Moroder, re della dance planetaria. Poi però escono i dati di voto e si scopre che Al Bano e Gigi D’Alessio hanno preso zero dalla Giuria di qualità. Entrambi. Impallinati da loro, non certo dal televoto o dalla altrettanto fantomatica giuria demoscopica. Si può capire l’imbarazzo di Linus, ovvio, ma a vedere bene i dati un dubbio cresce. La prima eliminazione di questo Festival ha visto partire le due coppie, Nesli e Alice Paba e Raige e Giulia Luzi. La seconda Ron, Al Bano e Gigi D’Alessio. Cosa accomuna parte di questi nomi? Il fatto di aver abbandonato la Siae in favore di Soundreef. Sono passati sotto la società di D’Atri Nesli, D’Alessio e Maurizio Fabrizio, autore del brano di Al Bano. Tra i giovani c’è passato Tommaso Pini, eliminato nella prima serata. D’Atri, con un tempismo poco rispettoso dei suoi nuovi clienti, ha fissato una simpatica conferenza stampa a Sanremo alle 13 e 30 del 7 febbraio, cioè il giorno in cui la kermesse è cominciata. La Siae, ci avevano fatto sapere, è azionista della Rai.

La prima eliminazione di questo Festival ha visto partire le due coppie, Nesli e Alice Paba e Raige e Giulia Luzi. La seconda Ron, Al Bano e Gigi D’Alessio. Cosa accomuna parte di questi nomi? Il fatto di aver abbandonato la Siae in favore di Soundreef

Ora, i complotti sono simpatici, ma lasciano il tempo che trovano, a meno che non ci si occupi di fiction. Di fatto gli artisti Soundreef sono usciti tutti subito, alcuni anche sorprendentemente. Coloro che ci sono stati presentati come esperti hanno votato gente come Michele Bravi o Alessio Bernabei e hanno dato zero a Al Bano e Gigi D’Alessio, gente che con Sanremo e con la musica italiana qualcosina hanno a che fare. Il Festival è un programma che la Rai, che vede tra i suoi azionisti la Siae, vende all’estero, in molti Paesi. Non ci fossero stati Al Bano e Gigi D’Alessio, ma solo i vari Bernabei e Bravi si potrebbe supporre non se li sarebbe comprati nessuno quei diritti.

Visto che è noto che Nesli e Paba sono stati silurati dalla fantomatica Sala Stampa, e che Al Bano e D’Alessio sono stati ancora più clamorosamente silurati dalla Giuria di qualità o di esperti o come la vogliamo chiamare, non sarebbe il caso di rivedere un pochettino il metodo di voto? O anche solo ragionare su chi ha davvero diritto a votare sia in Sala Stampa che a finire nella suddetta giuria?

Per la cronaca, fossi in D’Alessio e Al Bano una chiacchierata con Carlo Conti, da una parte, che li ha chiamati, certo, ma a questo punto più per fare da specchietto per le allodole con l’estero che per loro, e con D’Atri, che ha fissato quella conferenza, e nel caso di Nesli, ha tirato fuori la notizia del passaggio in Soundreef proprio a ridosso del Festival, la farei. Poi, è chiaro, Sanremo è Sanremo e sono solo canzonette. Ma per farle, quelle canzonette, c’è chi fatica e ci mette la faccia.

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