L’amore vincerà contro ogni cosa, come diceva Virgilio, ma al momento pare in vantaggio l’odio. Sono ere di rancore e di risentimento diffuso, tanto che c’è chi ha pensato di utilizzare il conflitto come criterio per unire le persone. Tutto sommato, cercare anime gemelle che hanno gli stessi interessi e le stesse passioni si è rivelato, il più delle volte, infruttuoso. Perché non cercare persone che, al contrario, condividono le stesse antipatie?
Non è male: odi Fedez? Usciamo a bere. Non sopporti le persone che camminano piano? Andiamo a ballare. Odi Trump? La Lega? La Clinton? C’è la app perfetta per questo: Hater Dater. Funziona più o meno come le ormai classiche Tinder, Happn. Solo che non si sceglie più in base a ciò che piace, ma a ciò che dispiace. La divisione unisce.
Tutto sommato l’idea non è così sbagliata. In fondo le coppie vivono male la necessità di sopportare le passioni dell’altro. Come si può stare con un partner che, tutt’a un tratto, decide di votare Salvini? O che sceglie le Hogan? O che lascia il tubetto del dentifricio aperto? O abbandona il latte appena appena vuoto? Che non sistema a modo i cuscini del divano? Ci si ama ancora, certo. Ma ci si amerebbe meglio se queste cose fastidiose non ci fossero. Cioè, se entrambi odiassero le stesse cose.