Lascia i social network e potrai leggere 200 libri all’anno

Sembra un traguardo impossibile? Errore. Tutti possono, anzi. La maggior parte del tempo passato sui social è sprecata. Per non parlare di quello passato davanti alla tv. È sempre il momento per cominciare a farsi una cultura (vera)

Poi c’è chi crede ancora che servano a qualcosa. Sì, forse per ricordare i compleanni dei cugini, o per sapere se qualche ex fidanzato si è poi sposato o meno. Ma la verità è che i social network, con tutto l’uso che se ne fa, sono un’incredibile perdita di tempo. Che scoperta, diranno i nostri dieci lettori. Ma la differenza è che qui non lo si dice soltanto. Lo si dimostra pure.

Come scrive bene qui, su Quartz, Charles Chu, la verità è che nel periodo che si passa, ogni anno, su Facebook e sui social (e, volendo, anche a guardare la televisione), si potrebbe, con tutta la tranquillità del mondo, leggere almeno 200 libri. Sì, 200 libri in un anno. Troppi? Impossibile? Errore.

Chu fa partire il suo ragionamento da una citazione di Warren Buffett, il superriccone investitore che, avendo fatto i soldi a palate, può permettersi di dare consigli a chiunque su qualsiasi cosa e – in ogni caso – sarà ascoltato. Ebbene, il vecchio Buffett, noto anche come “l’oracolo di Omaha”, per la sua abilità di saper prevedere il mercato, ha sempre sostenuto di dover gran parte delle sue scelte alla lettura. Leggere, leggere, leggere, dice. Giornali, libri, riviste. Almeno – sostiene – 500 pagine al giorno.

Sembrano tante, a prima vista. Eppure – garantisce Chu – non lo sono. Anzi: chiunque può arrivare almeno a leggere 200 libri all’anno, e lo dimostra con un calcolo un po’ azzardato (e, soprattutto, perfetto per gli anglosassoni, che misurano i testi in parole – meno per i non anglosassoni, che non lo fanno). Dunque: visto che il tipico libro americano contiene circa 50.000 parole, e visto che l’americano medio legge tra le 200 e le 400 parole al minuto, il conto è fatto: per leggere 200 libri servono almeno 417 ore in totale.

Troppe? No. Anche perché l’americano medio, tra chat su Facebook e condivisione di immagini di caffè, ne butta via almeno 608. E davanti alla televisione almeno 1.642. Il più delle volte a guardare pubblicità orrende, film di basso livello e quiz da elementari.

Chiunque può protestare: non è vero, dirà. Su internet ci sono tanti articoli importanti che richiedono molto tempo (vero, ma quanti?), ci sono anche film e documentari (sono sempre quelli meno cliccati), ci sono news, informazioni, idee (già già). La verità è che mente: la maggior parte del tempo, quando si è online sui social, è impiegata scrollando il newsfeed (che frase orrenda), in attesa di qualche meme o status simpatico, o di scoprire le ultime avventure dell’ex. Se proprio il tempo va buttato, almeno buttatelo su Shakespeare.

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