Altro che Trudeau: i canadesi non vogliono gli immigrati irregolari

Nonostante le belle parole del bel presidente, la realtà è che il Paese è molto meno accogliente di quanto non si dica. Il 55% è contrario alle politiche sugli stranieri del governo e il 48% vorrebbe rispedire indietro quelli che entrano in via illegale

Non va come vorrebbe Trudeau. Il presidente canadese aveva sbandierato, in opposizione alle politiche anti-islamiche del collega Usa Donald Trump, il grande spirito di accoglienza del suo Paese. Venite, aveva detto, noi vi accettiamo, guadagnandosi gli applausi facili di mezzo mondo. Peccato, però, che alle parole non siano seguiti i fatti.

Come si spiega qui (e in molti altri siti di informazione), i canadesi non sono per niente disposti a farsi carico degli immigrati respinti dagli Usa. Anche perché, nell’ultimo anno, i casi di ingressi illegali dalla frontiera statunitense – in particolare in una sezione del Quebec – sono cresciuti. Nel solo febbraio sono stati 635 (rispetto ai 99 del 2016), a gennaio 452, con un aumento del 230% rispetto all’anno precedente. Anche in Manitoba passano in tanti: in 143 hanno passato il confine nel solo febbraio.

La cosa non piace a tutti. Secondo un sondaggio della Ipsos, condotto per la Reuters, il 48% dei canadesi (quindi meno della metà) non vuole i migranti irregolari. Riportarli indietro è la cosa migliore. Per il 36%, invece (quindi molto meno della metà) è giusto accoglierli. Gli altri non sanno.

Il problema però non sarebbe la sicurezza: per il 41% i migranti rendono il Paese meno sicuro. Il 46% pensa il contrario. Il problema è proprio Trudeau: il 55% non è d’accordo su come viene gestita dal governo la questione-migranti. Solo il 37% invece apprezza le politiche di Ottawa.

Cosa succede, allora? Il Canada si sta trumpizzando? Forse no. Le cose sono un po’ più complicate di quanto possa dire un sondaggio. Ma, quel che è certo, è che sono anche più complicate di quanto possa dire uno slogan scintillante fatto di belle parole molto vuote.

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