C’è vita oltre il titolo. È un promemoria che vale sempre, soprattutto per quanti, su Facebook o social simili, si divertono a commentare i post di giornali senza, appunto, andare più in là della titolazione.
Oltre alle critiche, alle dietrologie, agli elogi (molto rari), la verità è che pochissimi si prendono la briga di leggere i pezzi, e meno ancora si sforzano di capirli. Ma visto che i social sono fatti apposta per potenziare il sistema limbico, tutti si lo stesso considerano nel giusto: “Perché mai dovrei leggere il tuo articolo? So già cosa c’è scritto”, rispondono i piccati lettori. Ma visto che la libertà esiste, e nessuno vuole contrastarla, questo di LinkPop va preso come un invito o meglio una preghiera: leggete prima e commentate dopo.
Nel caso in cui, però, esortazioni come queste risultassero inefficaci, un rimedio (forse) c’è. Arriva dalla Norvegia e lo ha inventato il network NRKBeta. Un’idea geniale e, proprio per questo, molto semplice. Basta preparare un piccolo quiz di poche domande, della durata di 15 secondi, per chiunque voglia lasciare un commento. Il tempo di attesa permette, in teoria, si sbollire l’eventuale rabbia del lettore – e spingerlo a contributi più pacati e costruttivi – mentre il quiz serve a verificare che abbia davvero letto l’articolo. Sono domande semplici, compilate dagli stessi autori del pezzo. Chi le supera si guadagna la possibilità di dire la sua.
Insomma, la libertà di parola è salva, ma anche il diritto al meglio dell’intelligenza altrui. Che fa bene a tutti.