Difficile restare freddi. Di fronte alla musica sprigionata dagli strumenti di Tim Linhart, c’è solo da tremare. Anche perché – e questa è la loro particolarità – sono fatti di ghiaccio.
Giochi di parole a parte, Linhart è uno scultore del ghiaccio americano del Colorado. Tutto cominciò quando creando degli strumenti musicali dal ghiaccio scoprì, con una certa sorpresa, che potevano anche suonare. Fu una svolta. Si trasferì subito a Luleå, nella Lapponia svedese (dove la materia prima non manca) e, in poco tempo, ha creato una piccola orchestra: archi, percussioni, xilofoni. Tutto in ghiaccio e tutto musicalissimo. Ascoltare per credere:
Il problema, come spiega nel filmato, “è la manutenzione degli strumenti”. Da una parte c’è la continua sublimazione del ghiaccio, che dallo stato solido passa allo stato gassoso. Dall’altro la consunzione dovuta al calore corporeo del musicista, che lo rende meno solido. Nel caso degli archi, per esempio, le corde si rilassano e il suono esce più basso. Per lo xilofono, invece, il suono diventa più alto. Bisogna stare sempre attenti. Altrimenti, come capita con la musica più bella, il rischio è di sciogliersi.