Chi usa Siri, il sistema di comando vocale della Apple, spesso ha motivi per arrabbiarsi. Non capisce le parole, dà risposte sbagliate o anche solo inutili, non fa quello che deve fare. Una sòla. Esiste però un modo per prendersi una (piccola) rivincita, per fargliela pagare un po’.
Ci sono diverse domande che infastidiscono Siri (sia chiaro: non è vero. Siri è un programma, non esiste e non ha sensazioni) e che possono mettere in difficoltà quella simpatica vocina. Ad esempio, si può cominciare, come si scrive qui, scambiandolo per un altro assistente digitale, quello d Android. Basta attivarlo dicendo, anziché “Ehi Siri”, un truffaldino “Ok Google”.
La risposta sarà piccata. Oscilla tra un “Ha fatto la battuta” e un più diplomatico “Credo ci sia un errore, non sono l’assistente che cerchi”.
Si può anche impegnare Siri in quesiti di tipo matematico. Ad esempio chiedendo quanto fa zero diviso zero. La risposta sarà più lunga e meno simpatica: non ha senso, spiega Siri, alla fine di un interminabile esempio. Non mancherà la stoccata definitiva.
Quando si passa agli argomenti seri, come la politica, Siri riesce a svicolare con abilità. Per chi voti? “Posso votare solamente per le elezioni intergalattiche”.
Siri non apprezza nemmeno le domande più intime: sei carina? Sei un uomo? Sei una donna? “Io non ho un sesso”, risponderà. “Ma dicono che gli italiani…do it better”. Maliziosa. Non diminuisce di essere hot quando le richieste si fanno più hot. Ma qui LinkPop si ferma e lascia spazio alle immaginazioni dei lettori.