Prima di scrivere questo articolo, ho procrastinato per circa un’ora controllando Facebook, la forma-base di procrastinazione e uno dei più efficaci mangiatempo esistenti nella nostra giornata. I social media, e Facebook in particolare, hanno la capacità di curvare lo spazio-tempo, per cui quelli che sembravano cinque innocenti minuti di evasione erano due ore di conteggio compulsivo dei like sul tuo ultimo post.
Uno dei problemi principali per un freelance (e solo in misura minore per chi lavora in un ufficio) è la gestione del tempo. Ogni minuto ha un costo, e ogni minuto impiegato male è buttato; d’altro canto, è anche vero che chi svolge una professione intellettuale ha bisogno di decomprimere, di tanto in tanto. Il problema è che più spesso che no la decompressione non è produttiva, ma viene svolta nello stesso ambiente in cui si lavora, ovvero lo schermo del computer.
Intendiamoci: si può procrastinare in molti modi – chi lavora da casa può decidere che il bagno aveva bisogno di una pulizia radicale proprio oggi, ma c’è anche chi fa dolci o guarda serie sul tablet – ma il risultato è sempre quello: il lavoro non viene svolto con tempi adeguati, viene consegnato in ritardo o in tempo ma fatto in maniera approssimativa.
Smettere di procrastinare è come smette di fumare: difficile, ma possibile.