Il trucco era svegliarsi presto. Poi, si apriva la finestra e, se si era riusciti a prenotare le camere giuste degli alberghi, si poteva assistere a un’alba atomica. Non è un’esagerazione: erano gli esperimenti nucleari che, negli anni ’50 e ’60 attrassero numerosi turisti a Las Vegas, vicino al deserto dove si svolgevano i test.
E così, non fosse bastato il boom dei casinò nella città, per i visitatori c’erano altre esplosioni da vedere. Per la precisione, al mattino presto. Si poteva assistere allo svolazzare di un fungo enorme nel cielo, o a una luce arancione che si spandeva lungo l’orizzonte. I giornali locali davano anche voti agli spettacoli.
Era l’America che usciva dalla vittoria della Seconda Guerra Mondiale, potentissima e pericolosissima, che si crogiolava nella sua forza. Era anche la solita America che riusciva, chissà come, a far soldi da qualsiasi cosa. Anche dalla bomba atomica.
Questo breve filmato dello Smithsonian (dura un minuto e mezzo) riesce a condensare la storia di un fenomeno, il turismo atomico, di cui si sapeva poco e che, forse, in un’epoca meno propensa alla celebrazione dei fasti bellici, fa anche un po’ impressione.