L’abbiamo fatto tutti, ci siamo cascati tutti: un nostro amico, conoscente, amico di amici dice una stupidaggine. Magari era quella dei 35 euro agli immigrati, oppure quella dei vaccini che provocano l’autismo. Comunque era una stupidaggine, ed è lì, in bella mostra, accompagnata dall’immancabile numeretto di like che salgono, e in proporzione ci sale anche la carogna.
E non resistiamo.
A livello razionale lo sappiamo benissimo: litigare con la gente su Facebook non serve a nient’altro che a farci stare un po’ meglio (rispetto alla frustrazione che proviamo) e molto peggio (rispetto alla rabbia che ci viene dopo). Non cambia il mondo, non sposta le opinioni. Eppure lo facciamo lo stesso. Potremmo smettere domani, e invece lo facciamo.
Litigare su Facebook è come mangiare la Sachertorte: ogni tanto capita, non si deve esagerare, e soprattutto bisogna capire quando smettere.
- Ribadiamo il concetto: non serve a niente
Non è un’opinione fatalistica, cinismo o disillusione: ci sono fior di studi sociologici che dimostrano come le persone di rado cambino idea o posizione, anche quando messe di fronte alla palese falsità dei fatti su cui sono fondate le loro opinioni. La nostra visione del mondo è alla continua ricerca di conferme ed è molto difficile che venga modificata in modo radicale da un commento su Facebook. A parità di sforzo, meglio postare contenuti costruttivi nei propri spazi e lasciare che si diffondano, sapendo che le notizie false avranno comunque più trazione.