Dopo tanti mesi di schermaglie, un voto che ha visto in testa il candidato indipendente, uno scontro in televisione, i francesi tornano alle urne per il ballottaggio. I sondaggi, che – non pareva vero – stavolta hanno azzeccato le previsioni, danno vincente Emmanuel Macron, leader di En Marche!, movimento politico fondato apposta per le presidenziali. Di gran lunga in vantaggio rispetto all’avversario, Marine Le Pen, leader (o meglio: ex) del Front National, che spera nel colpaccio alla Trump (ma certe cose possono succedere solo negli Usa, terra delle possibilità e soprattutto del voto maggioritario). Per ora sono 63% lui e 37% lei.
I due candidati, definiti “outsider” nonostante uno sia stato consulente di Hollande e poi suo ministro delle Finanze e l’altra guida da anni uno dei partiti più influenti del Paese, al primo turno hanno fatto fuori le due forze politiche più antiche del Paese: i gollisti e i socialisti. Uno è di ispirazione europeista, liberale e globalista. L’altra è anti-europea, nazionalista e sovranista. Non sono due formule per cucinare lo stesso brodo, bensì due mondi (teorici, almeno) che si scontrano. Anche qui, come negli Usa, il contrasto si è delineato sul fronte della distinzione élite/popolo, ricchi/poveri, finanza/economia, Francia/stranieri.
Non sono mancati momenti grotteschi, come la visita di Macron alla Whirlpool, preso a male parole dagli operai, avvenuta in contemporanea con quella di Marine Le Pen, che ha promesso di bloccare la delocalizzazione di un’azienda che, però, è straniera (americana). Non si sono nemmeno risparmiate accuse e allusioni, ad esempio quella per cui Macron avrebbe un conto segreto alle Bahamas (ma lui ha già denunciato per diffamazione la rivale) o quella secondo cui sarebbe gay ma non vorrebbe confessarlo, tenendo come copertura la moglie Brigitte. La stessa storia d’amore tra i due ha sollevato più di una perplessità: la donna ha 24 anni più di lui, e i due si sono conosciuti a scuola perché lei, all’epoca già sposata e con tre figli, era la sua insegnante di teatro. Si è innamorata di lui quando Macron aveva 14 anni. Non è mancato infine il leak di documenti segreti, cioè le mail della campagna di Macron. Ma lo staff si è già premurato di far sapere che gli hacker mescoleranno cose vere (e rubate) a cose false (e diffamanti).
Ormai la sfida è al termine. Per un riassunto delle posizioni e dei profili dei due candidati, si propone questa infografica realizzata da Stampaprint. Si vedono bene le differenze tra i due: le diverse estrazioni, le avventure sentimentali, le diverse politiche, la spaccatura del territorio francese. In ogni caso, per chiunque vinca, il vero lavoro e i veri problemi cominciano dopo.