L’attentato di Manchester ha riportato a galla uno dei grandi interrogativi dei nostri tempi: la giusta pronuncia di “Manchester”. Per anni chi seguiva il calcio internazionale, cioè chi aveva a che fare con telecronisti che variavano la dizione oscillando tra Mànchester e Manchéster, restava interdetto sulla questione. Chi avrà ragione? Nemmeno l’arrivo di Balotelli al Manchester City ha risolto l’arcano. Nemmeno l’Europa League vinta dal Manchester United quest’anno con José Mourinho.
L’eco dell’antico imbarazzo si è rivissuta ascoltando i servizi giornalistici a ridosso dell’attentato. Ora una pronuncia, ora l’altra. È arrivato il momento di dire una cosa definitiva: “Manchester” si pronuncia “Mànchester”. Con l’accento sulla “a”. Fine.
Sgombrato il campo dal dubbio più grande, si possono aggiungere due cose. La prima è che Manchester era, in origine, una parola latina. I romani, nel 79 d.C., avevano fondato un accampamento e un fortino militare vicino a un antico centro già abitato. Venne chiamato Mamucium, forse la latinizzazione di un antico nome celtico (secondo alcuni, sarebbe derivante dalla radice mamm-, cioè mammella, per la somiglianza della forma della collina). Il nome sarebbe stato storpiato, già in epoca romana, in Mancunium, da cui deriva il nome attuale degli abitanti della città: Mancunians, cioè Mancuniani. Dopo la dominazione romana sarebbe diventato il Cair Maunguid citato dal monaco Nennio nella sua lista delle città britanniche. Ma nella Anglo Saxon Chronicle di Edoardo il Vecchio figurerebbe come Mameceaster. Da qui, il passaggio a Manchester sarebbe stato piuttosto semplice, anche perché influenzato dagli altri “chester” presenti sul territorio britannico.
La seconda è che la pronuncia di “Manchester” è fonte di dubbi anche per i madrelingua. Dubbi più raffinati, però (per capirsi, non hanno alcun dubbio sulla posizione dell’accento): discutono solo sulla giusta pronuncia della prima “a”. Secondo i puristi, dovrebbe essere /ˈmæntʃəstə/, con una bella “a” aperta, che per gli italiani può somigliare a una “e” aperta. Ma i Mancunians non sono d’accordo, e la dicono così: /ˈmantʃɪstə/, con una “a” molto simile a quella italiana e una “e” che sembra più una “i”. Certo, per gli italiani ancora indecisi se dire Mànchester o Manchéster sembrano sottigliezze inarrivabili. Anche perché dopo qualche birra non ci fanno più caso nemmeno loro.