I Guardiani della Galassia sono meglio di Star Wars

A pochi giorni dall'uscita del secondo episodio della saga, tratta da un fumetto della Marvel, i Guardiani della Galassia — figli cinematografici di Star Wars — ottengono numeri importanti al botteghino e dimostrano di poter fare quello che nessuno immaginava: superare Star Wars, uccidere i padri

A tre anni di distanza dal primo episodio, prodotto da Marvel e Disney, i Guardiani della Galassia sono tornati al cinema con l’attesissimo seguito il quale, dopo il primo weekend in sala ha già conquistato il cuore del pubblico (e il box office), dimostrando subito di avere le carte in regola anche a livello commerciale per poter ambire a fare quello che nessuno poteva aspettarsi da loro: affiancare Star Wars e passarlo a destra, strombazzando, senza frecce e facendo ciao ciao con la mano.

I numeri parlano chiaro: al battesimo del fuoco delle sale americane, Guardians of Galaxy 2 ha già ottenuto almeno un record, quello di sale in cui è distribuito, esattamente 4347, tante da fargli conquistare la prima posizione nella particolare classifica dedicata a questa metrica dei film di avventura e fantascienza. Ma non c’è soltanto la fiducia degli esercenti a sostenere questa pellicola, c’è anche l’interesse di un fandom che la Marvel si sta coccolando da un po’ e che ha conquistato pienamente, anche contro i rivali della DC, ancora troppo poco efficaci.

Il brand è un grandissimo successo, anche a giudicare dal risultato in sala del weekend, dove il film di James Gunn ha ottenuto circa 150 milioni di dollari di incasso, piazzandosi al quarto posto di sempre tra i film del suo genere e insidiando al terzo proprio l’ultimo Star Wars, Rogue One, lontano una manciata di milioncini di dollari.

Ma la serie firmata dal regista James Gunn può veramente essere messa a paragone con la saga più importante della storia del cinema mondiale di sempre? Non è lesa maestà mettere a confronto le avventure della banda di smandrappati guidati da Chris Pratt con i santissimi Han&Luke, o la sacra madonna vergine (e pure principessa) Leila? No. O meglio, probabilmente sì, ma se come tutte le lese maestà è ancora più giusta e sacrosanta perché va a togliere una saga cinematografica da un piedistallo che l’aveva tramutata negli anni in una religione, assolutista e in fondo puerile, come tutte le religioni.

Invece, per il bene del cinema, quello dei nostri gusti e quello del normale e sano funzionamento del mondo, dobbiamo dirlo: i Guardiani della Galassia sono meglio di Star Wars, ovvero, come tutti i figli migliori, la banda di Peter Quill ha superato i maestri o, per dirla proprio bene, ha ucciso i padri.

I Guardiani battono Star Wars in tante cose, alcune delle quali sono possibili proprio perché l’esperienza di Gunn è figlia diretta di quella della saga di Lucas. I figli sono nettamente migliori dei padri nella resa scenica (che anche se confrontata con l’ultimo Star Wars e Rogue One), sono migliori nel ritmo del racconto, nella dinamica Buoni Cattivi, resa leggermente meno didascalica rispetto all’epoca Lucas, ma il vero superamento a destra è soprattutto del tono.

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I Guardiani della Galassia, infatti, oltre a essere un film di avventura e di fantascienza è dichiaratamente una commedia, a differenza di Star Wars che lo era solo in qualche frangente ed entro cui l’ironia, quasi sempre concentrata in quel bellissimo personaggio che è Han Solo, gracchiava non poco con il prendersi sul serio di tutto il resto della baracca.

L’ingrediente ironico nei Guardiani è un elemento fondante. Regola i rapporti tra i personaggi, li rende irresistibili, entra nel linguaggio (come nella straordinaria parlata — almeno in inglese — di Drax the Destroyer), ma nello stesso tempo non trasforma tutto con la sue lente deformante, lasciando così i cattivi — in questo secondo un grandissimo Kurt Russell — la loro dignità di villain, senza deturparli a colpi di parodia come nel peraltro bellissimo Balle spaziali.

C’è poi una carta a chiudere il punto e a sancire la superiorità dei figli, i Guardiani della Galassia, sui padri di Star Wars: è quella carica nostalgica che emerge potentissima dalla colonna sonora dei Guardiani, una soundtrack non originale composta da tracce indimenticabili provenienti proprio da quegli anni Settanta e Ottanta in cui pascolavano gli Star Wars e che nel film di Gunn diventano impianto stesso della narrazione formando la tracklist dei due mitici volumi della cassetta Awesome Music. Da David Bowie ai Jackson Five, da Marvin Gaye a Fleetwood Mac fino a Cat Stevens, le due raccolte di Awesome Music fanno da sole metà di quel mood scanzonato e autoironico che rende questa saga il modo più bello, divertente e intelligente di uccidere i padri.