Lo dice la scienza: quando se ubriaco sei davvero te stesso (nel bene e nel male)

"In vino veritas" è proprio vero: quando si beve, ci si avvicina alla propria personalità. E non sempre ci sono belle risposte in arrivo

Tutti ne sono convinti, ma tutti sbagliano: quando si è ubriachi la propria personalità non cambia. È uno stereotipo diffuso, confortato anche da esperienze di vita vissuta. Con l’alcol in eccesso ci sono allegroni che si incupiscono e versano lacrime, persone tranquille che imbastiscono pipponi filosofici, altri che diventano aggressivi e altri ancora che, dal nulla, si trasformano nell’anima della festa. Eppure, nonostante tutto questo, si è sempre la stessa persona: sia nella fase sobria (quella più frequentata) sia nella fase sbronza, più occasionale.

Lo sostengono alcuni cervelloni del Missouri Institute of Mental Health dell’Università del Missouri, a St. Louis. Incuriositi dalla questione, cioè la differenza tra sé ubriaco e sé sobrio, hanno portato avanti un esperimento in più fasi che ha coinvolto 158 persone.

All’inizio, ogni partecipante doveva autovalutare, attraverso un questionario, la differenza che percepiva tra il sé sotto alcol e il sé normale, sia in fatto di azioni che di sentimenti (come è ovvio, lo compilava da sobrio). Due settimane dopo l’esperimento sul campo: i partecipanti vengono divisi in gruppi piuttosto piccoli composti da amici reali e inseriti in un contesto molto simile a una festa. Metà di loro riceve drink di vodka e gazzosa al limone (con quantità alcoliche commisurate alla stazza di ognuno), per gli altri c’è invece un placebo, senza alcolici.

Il compito è di interagire durante la festa e, quando serve, fornire indicazioni e rispondere alle domande dei ricercatori. In particolare esprimendo giudizi su di sé e sugli altri.

Il risultato ha sorpreso un po’ tutti. Secondo la ricerca, le persone ubriache tendono a percepire il proprio sé alcolico e quello normale come due entità differenti. Eppure i ricercatori (aiutati dagli altri amici, quelli con il placebo), smentiscono. Dopo averli osservati nell’esperimento sono giunti alla conclusion che il carattere e la personalità dell’amico ubriaco siano sempre gli stessi. Soltanto, sono un po’ più estroversi. Come si spiega? Semplice. Quando si è sbronzi ci si avvicina al proprio sé autentico. Gli altri lo conoscono e, piuttosto, lo riconoscono. I soggetti ubriachi, invece, si sentono rapiti da forze e volontà superiori, sfoderando lati del carattere inediti. Che però sono quelli più sinceri.

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