Tratto dall’Accademia della Crusca
… poco di buono, un lessema polirematico attestato almeno dal XVIII secolo, con la funzione di aggettivo e, più spesso, di sostantivo, nel significato di ‘disonesto, mascalzone’ e, se riferita a donna, anche ‘di dubbia moralità’, frutto del solito, vecchio sessismo della lingua.
In realtà, se a buono si dà il valore di bene, il nesso è assai più antico (è già nel Decameron), ma in questo significato il sintagma è meno o per nulla lessicalizzato. Poco si presenta nella funzione sostantivata dell’aggettivo, col valore neutro di ‘piccola quantità’, come in un po’. In questo significato poco è solo di forma maschile e singolare, come bello lo è in il bello della diretta, l’imprevedibilità della diretta, diverso da i belli della diretta, le persone belle in essa coinvolte. Poco è l’unico elemento in teoria variabile del composto (di buono è il complemento e non cambia), come lo scemo lo è in lo scemo del villaggio. Solo che scemo può essere modificato secondo numero e genere, mentre poco, nel significato che ha come testa del composto, no.