Roma non è pulita? Sai che novità. Nonostante le iniziative del Pd, il Ramazza Day (che tanto ricorda gli antichi exploit napoletani di Berlusconi) e il prodigo lavoro di Matteo Orfini novello netturbino, Roma non cambia. Il problema è che le polemiche, imposte ad arte, fanno un caso di quella che è, a conti fatti, una situazione strutturale. Spiacevole ma strutturale. E a parte le chiacchiere (strutturali anche quelle) sui giornali, le ramazze non sistemano granché.
Se Roma è sporca, allora, non è colpa del sindaco attuale, anche se aveva promesso molto più di quanto non abbia mantenuto. A ben vedere, non è neppure colpa del sindaco precedente. Se si vuole, non è infine colpa neanche del commissario (Tronca) che c’è stato in mezzo.
E allora di chi? Sarà stato Alemanno, forse. Oppure Veltroni. O Rutelli. O i commissari che si sono alternati tra i sindaci. Oppure – come penserebbe il saggio – nessuno di loro. Perché i veri colpevoli (che esistono) sono stati scoperti e denunciati 35 anni fa da Nino Manfredi: gli svizzeri.
Il povero Nino la sapeva lunga. Già nel 1982 Roma era zozza, e già a quell’epoca si sentiva la necessità di una campagna pubblicitaria (le ramazze, quelle no, verranno dopo). Restava il rimprovero, rivolto a tutti anche allora, di non saper fare di una Capitale un centro decente. Caput mundi, sì, ma di monnezza. Tanto la colpa, dalle invasioni dei lanzichenecchi in poi, era sempre di qualcun altro. Ad esempio, gli svizzeri.