Poi ci si stupisce che le persone perdano fiducia nei confronti degli intellettuali. Uno dei loro tratti distintivi, oltre all’istruzione, alla reverenza per il potere e all’abitudine di fare prediche agli altri su principi che loro, per primi, non hanno intenzione di rispettare, è un costume particolare. Anzi, è l’assenza del costume. In altre parole, agli intellettuali piace andare in giro per casa nudi.
È una cosa che, per motivi vari, amano fare in pochi. Da un lato è necessaria una certa sicurezza di sé, in particolare verso il proprio corpo. E poi serve un po’ di frizzantezza, un guizzo di follia che, secondo alcuni studi, gli intellettuali mostrano di possedere. Almeno in quantità maggiori rispetto al resto della popolazione.
Lo dice, nero su bianco, un paper pubblicato su Personality and Individual Differences. Il rapporto (causativo? Casuale?) tra “più intelligente” e “abito adamitico in casa” è all’apparenza indiscutibile. “Le persone con intelletto più raffinato, o con un’abitudine più marcata all’apertura mentale, sono quelle che avranno meno problemi a dire parolacce in mezzo ad altre persone, comprare cibo biologico, fare colazioni piccanti, ballare come se non ci fosse un domani, non seguire troppo una squadra sportiva, fare da soli la manutenzione dell’auto e girare per casa senza vestiti”. Insomma, persone orribili, gli intellettuali.
Il nuovo modello, che abbandona l’antico pseudo-esistenzialista fatto di sospiri occhialetti e maglioni, è quello di un intellettuale dinamico, aperto alle novità e rispettoso della natura. Pronto a sfidare le convenzioni e vivere controcorrente. Un neo-hippie intelligentissimo, in grado di citare Goethe e spiegare i teoremi di incompletezza di Gödel, ma anche di far capire agli altri che per lui e quelli come lui le regole fatte dagli altri non hanno valore. È più autonomo e più libero, sia nel pensiero che nel vestiario.
Sceglie di non vestirsi (certo, quando non è costretto dalle ristrettezze tipiche degli intellettuali) come testimonianza della sua intelligenza. Anche in questo caso, però non vale il contrario. L’intellettuale può essere nudo. Ma non tutte le persone nude diventano intellettuali. L’abito non fa il monaco. E neppure la sua assenza.